Come apprezzano l’arte i non vedenti?


Guardare la bellezza
Vi siete mai chiesti Come apprezzano l’arte i non vedenti? I bisogni estetici, rappresentati dall’educazione estetica ed artistica, sono bisogni fondamentali per l’individuo e contribuiscono a completare il processo di autorealizzazione personale. Tuttavia l’educazione estetica, essendo strettamente collegata alla vista, viene spesso ritenuta possibile solo per i vedenti. Essa invece è un’esperienza possibile per tutti: questo aspetto importante è stato portato avanti da alcune realtà museali che sono riuscite a creare un’alleanza tra ciò che è speciale e ciò che è normale.


In quanti modo si può vivere l’arte?
Questa domanda se l’è posta la Professoressa Giuseppina Simili, amante dell’arte e della sua storia. Si era resa conto che l’arte era assolutamente preclusa alle persone portatrici di disabilità in generale, fosse essa visiva, uditiva, psicologica o motoria. Ha contattato quindi alcuni musei cercando di stimolare le varie direzioni ad aprire le porte alle visite tattili per le persone con disabilità visiva. Nel 1994 nasce l’Associazione di volontariato Museum.
Quali sono gli obbiettivi dell’associazione “Museum”?
Il percorso museale inizia con la visita tattile su alcune opere scultoree e può concludersi con dei laboratori tattili dove le persone possono riprodurre con l’argilla l’immagine mentale che si sono creati toccando le opere e ascoltando la descrizione fatta dai volontari dell’Associazione.
Per le persone non vedenti la scultura consente più facilmente di conoscere l’opera, tanto più se è un tutto tondo. Hanno la possibilità di assimilare meglio le misure, l’altezza, la struttura, l’espressione di un volto. Tanti particolari che a volte alle persone vedenti sfuggono.
Carpire i particolari dell’opera attraverso il tatto è importante, ma non è sufficiente. Il colore, l’atmosfera, la profondità, la prospettiva, sono tutti elementi piuttosto complessi per una persona che non vede. Al disegno in rilievo molto spesso viene unita la musica, brani di letteratura, poesie, profumi, stoffe particolari che possono aiutare ad immaginare quelle presenti nel dipinto, in modo tale da stimolare tutti i sensi.


Esperire l’arte
La fruizione di un’opera d’arte è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi e ogni visitatore dovrebbe scoprire che, oltre a quella visiva, esistono altre dimensioni sensoriali. Data la grande importanza della vista per accedere alle collezioni, i ciechi sono stati considerati i primi a rischiare la più totale esclusione, di conseguenza sono stati i primi ad essere presi in considerazione come possibili interlocutori di un accurato lavoro di adattamento da parte di alcuni musei.


Nel 2011 è nato il percorso plurisensoriale per ipovedenti e non vedenti nel museo Etnologico e nella Pinacoteca Vaticana. Persone con difficoltà visive hanno l’opportunità di conoscere alcuni capolavori della scultura e della pittura grazie all’esplorazione tattile di calchi, tavole termoformate e bassorilievi prospettici realizzati appositamente per le esigenze degli utenti e corredati di legende in braille o a caratteri ingranditi. Nella pinacoteca sono stati creati appositi bassorilievi prospettici e sono state scelte quattro opere di noti pittori: Giotto, Melozzo da Forlì, Raffaello e Caravaggio.


Nel mondo ci sono quasi 300 milioni di disabili visivi. Molti di loro hanno ritenuto finora quello dell’arte come un mondo a loro non accessibile. Ma non è necessariamente così. I modelli non sono semplici riproduzioni, ma vengono realizzati grazie a scansioni 3D, e quindi riportano tutte le caratteristiche reali dell’opera d’arte, in scala ridotta. La loro realizzazione è basata poi sulla particolare sensibilità tattile dei non vedenti, per permettere una lettura conforme dei dettagli.


I benefici dell’arte
L’impegno dei volontari di MUSEUM permette il rispetto di un diritto fondamentale: la conoscenza. Le persone non vedenti non possono e non devono essere discriminate a causa della loro disabilità. Conoscere la bellezza è un diritto di cui nessuno può essere privato. Questi incontri artistici organizzati per i non vedenti, stimolano la socialità e liberano dalla solitudine, condizione troppo spesso comune a molti non vedenti.
Non sono poche le esperienze di questi quasi 30 anni di attività che lo dimostrano, soprattutto attraverso le storie di coloro che proprio nell’arte hanno trovato una ragione di vita, che nella disabilità hanno trovato un punto di forza.
“Un’opera d’arte, prima di essere tale è un’idea pura che l’ha generata, interiorizzarla prescindendo dall’oggetto, farla vivere di forme e colori concettuali nell’immaginazione è possibile per tutti, vedenti e non. Cieco non è chi non vede, ma chi non riesce ad immaginare”.
(Prof.ssa Giuseppina Simili)
Articolo di Sandra EMME