Il vetro come forma d’arte
Il vetro che sia come forma d’arte o no, è da sempre considerato un elemento misterioso e quasi sacro, tanto da comparire anche nell’Apocalisse di Giovanni.
“Davanti al trono inoltre c’era come un mare di vetro, simile al cristallo (…)”. Apocalisse (4,6)
Il vetro dal punto di vista scientifico
Se lo analizziamo da un punto di vista scientifico, il vetro è un solido amorfo che si ottiene quando determinati materiali, raffreddandosi lentamente, non cristallizzano. Secondo Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Hisyoria, l’invenzione de vetro avvenne in modo casuale: “Si narra che una nave di mercanti di natron sia lì approdata; i mercanti, riversatisi sulla spiaggia, cominciarono a preparare le cibarie, ma non essendovi una pietra adatta a sostenere il focolare, posero sotto i calderoni dei blocchi di soda (natron) che avevano preso dal loro carico, ma quando li accesero dopo che essi si furono impastati con la sabbia, un rivo di nuovo, trasparente liquido cominciò a fluire: questa fu l’origine del vetro.” Anche se la versione di Plinio è decisamente fantasiosa, e non storicamente corretta, ci piace riportate questo episodio di pura serendipità oltre che di interesse letterario. Il vetro ha sicuramente una infinita di usi pratici ma la sua oggettiva bellezza ha fatto in modo che sia stato scelto anche per creazioni artistiche.


Diatrea trivulzio
Il vetro come forma d’arte: Uno degli oggetti in vetro più antichi, e miracolosamente conservatosi nel tempo, è sicuramente la Diatrea Trivulzio. Questa stupefacente coppa da vino dalla finissima lavorazione è conservata al Museo Archeologico di Milano e merita di essere vista. Realizzata nel IV secolo, riporta la scritta “bevi, che tu possa vivere molti anni”: un augurio che ha attraversato i secoli.


I mosaici antichi
Il vetro è parte integrante anche di molte tessere che compongono i mosaici. Quelle a pasta vetrosa, dai colori brillanti e luminosi sono particolarmente impiegate per le pareti e per simulare gli effetti della trasparenza dell’acqua. L’uso del vetro è tipico soprattutto del mosaico bizantino e veneziano.


Le vetrate
L’uso forse più spettacolare del vetro si ha nelle grandi vetrate colorate delle chiese, sappiamo che i primi frammenti rinvenuti sono databili al X secolo, ma è a partire dall’epoca romanica e gotica che possiamo vedere i risultati più spettacolari. Qualche esempio? Sicuramente le vetrate della cattedrale di Chartres, create fra il 1150 e il 1240: ben 7000 metri quadrati che raccontano agiografie, episodi della Bibbia e del Vangelo ma anche scene di vita comune. In Italia, non possiamo dimenticare il Duomo di Milano con le sue cinquantacinque vetrate realizzate dalla fine del 1300 al 1980. Tante le firme illustri che si cimentarono con i disegni preparatori, per citarne solo alcune: Pellegrino Tebaldi, l’Arcimboldo, e Michelino da Besozzo.
la famiglia Bertini
Nel Duomo meneghino lavorò anche, nella metà dell’800 la famiglia Bertini, composta da esperti pittori di vetrate. Di loro realizzazione anche quella particolarmente famosa e ben riuscita dell’appartamento di Gian Giacomo Poldi-Pezzoli, realizzata come omaggio a Dante, nel 1851, e ancora oggi conservata al museo Poldi Pezzoli. Anche nella contemporaneità grandi artisti hanno amato esprimere la loro arte con il vetro. Ad esempio Marc Chagall, diceva che “una vetrata è una parete trasparente posta tra il mio cuore e il cuore del mondo”. Fra i suoi capolavori ricordiamo le vetrate per la Sinagoga di Hadassah, a Gerusalemme, del 1961 e quelle per la cattedrale di Reims del 1974.
Louis Comfort Tiffany
Importante è anche il nome di Louis Comfort Tiffany (1848 – 1933) che ha ha messo a punto una particolare tecnica di lavorazione del vetro legato a stagno con cui creava vasi, lampadari e lampade da tavolo. Questi meravigliosi oggetti, prodotti fra il 1878 e il 1933, in stile Art Noveau, si possono trovare nei più importanti musei americani, ad esempio al Metropolitan Museum of Art di New York. Se restiamo invece in Italia, sull’argomento, possiamo visitare due vere perle, due piccoli musei imperdibili. Il primo si trova ad Adria (Ro) ed è il Museo Archeologico Nazionale, qui troverete una ricchissima collezione di vetri databili al primo secolo dopo Cristo.
Yukio Mishima
Il secondo si trova invece ad Altare (Sv) ed è il museo dell’Arte Vetraria Altarese, che racconta la storia di una antica tradizione locale, quella della lavorazione del vetro. La splendida collezione di oggetti che partono dal 1700 è ospitata in una elegante villa liberty. Yukio Mishima, famoso scrittore giapponese, paragonava la vita stessa alla fragilità del vetro, diceva infatti:
”Una vita a cui basti trovarsi faccia a faccia con la morte per esserne sfregiata e spezzata forse non è altro che un fragile vetro” ma noi ci siamo soffermati sulla bellezza che il vetro può generare, pur nella sua fragilità e allora auguriamo a tutti che anche la vita sia così, forse fragile ma bellissima.
Articolo di Giorgio Panigati – Instagram: Lessisabore80