Giotto spiegato in 5 minuti
Breve biografia di Giotto:
Giotto, anche chiamato Giotto Di Bondone, Ambrogio (Ambrogiotto), Angelo, Parigiotto o Ruggero (Ruggerotto) è nato a Colle di Vespignano, in provincia di Firenze nel 1267 ed è stato un pittore e architetto.
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Leggenda narra che durante la sua nascita si stato ritratto da Cimabue, pseudonimo di Cenni di Pepo, un noto pittore fiorentino dal quale già all’età di 5 anni, nel 1272, inizierà ad imparare le basi della pittura nella sua bottega a Firenze. Giotto con il suo maestro Cimabue, si trasferirà poi ad Assisi per proseguire gli studi.
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Nel 1290 circa, sotto consiglio di Cimabue apre la sua bottega personale a Firenze e inizierà per lui un periodo di splendore e successo, viene chiamato da tutta Italia per affrescare chiese e cappelle superando il suo fidato maestro. Per esempio viene chiamato a Padova per affrescare la Cappella degli Scrovegni tra il 1303 e il 1306 circa e qualche anno dopo Viene chiamato a Napoli da Carlo D’Angiò (intorno al 1327) per poi ritornare a Firenze quando viene nominato capomastro dell’Opera del Duomo di Firenze. Il suo ultimo progetto fu la realizzazione del campanile del duomo di Firenze che non fu, però, mai portato a termine poiché morì l’otto gennaio 1337.
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Vediamo ora alcune sue opere!


Compianto sul Cristo morto – Giotto
Si tratta di un affresco (200×185 cm) di Giotto, databile al 1303-1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova. Questa scena è la più drammatica dell’intero ciclo ed è una delle scene più famose. Gesù giace in basso a sinistra, trattenuto dalla Vergine, che avvicina in modo commovente il suo volto a quello del figlio.
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Nel mentre una pia donna tenne la mano di Cristo e piangendo. Libera e naturale è la postura di San Giovanni che si piega all’indietro e allunga le braccia, probabilmente dal sarcofago di Melegg a Padova. A destra ci sono le statue di Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea, mentre a sinistra, in basso, c’è una figura seduta di spalle, che crea una qualità quasi scultorea. A sinistra, altre donne scoppiano in lacrime, posando in pose elaborate e drammatiche. In alto gli angeli correvano in altre posizioni disperate,
accorciati in varie posizioni, partecipando a un dramma cosmico che toccava anche la natura: l’albero nell’angolo in alto a destra, secco.
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Maestà di ogni santi
La Madonna di Ognissanti è un dipinto a tempera e oro su tavola (335×229,5) di Giotto, databile al 1310 circa e conservato agli Uffizi di Firenze. Il confronto con le opere precedenti del pittore può effettivamente
misurare come l’arte di Giotto si sia mosso verso un rinnovamento della pittura, anche se non mancano caratteristiche di stile antico come il fondo dorato e le proporzioni gerarchiche, queste ultime forse dovute alla necessità di mostrare quanto più possibile una Vergine Fedele e credente. Concentrandosi sul ripristino della spazialità tridimensionale degli antichi e sul superamento della facciata bizantina, il tema della Maestà viene reinterpretato in modo piuttosto creativo.
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Fuga in Egitto
La Fuga in Egitto è un affresco (200×185 cm) di Giotto, databile al
1303-1305 circa e facente parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova. Nella scena vediamo un angelo che è appena apparso in cielo e che ha invitato la Sacra Famiglia a fuggire dalla futura strage di innocenti. La scena mostra Maria seduta su un asino con una sciarpa a righe intorno al collo, mentre tiene il suo bambino in grembo. Indossa una veste rossa e un mantello che in origine era blu oltremare. Un cameriere munito di un bollitore alla cintura
guida gli animali parlando amichevolmente con Giuseppe, che ha in mano un cesto o una specie di fiaschetta e un bastone sulla spalla. La scena presenta uno sfondo nel quale sono evidenziate le punte rocciose, punteggiate qua e là da alberelli, che simboleggiano la “terra desolata e arida” negli Apocrifi.
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