Dipinti famosi rimasti incompiuti
Dipinti incompiuti
Dipinti incompiuti: Perché un artista lascia un dipinto incompiuto? Tante potrebbero essere le motivazioni. Dietro a ciascun dipinto incompiuto c’è una storia, ci sono degli aneddoti e delle curiosità: tutto questo verrà raccontato in questo articolo.


Adorazione dei Magi-Leonardo da Vinci-1481– Dipinti incompiuti
Si può considerare un’opera minore?
Nel 1481, Leonardo accetta l’incarico di dipingere la tavola dell’altare per il monastero di San Donato a Scopeto. L’opera, che doveva essere terminata in 30 giorni, non ha mai visto la conclusione ma rimane ugualmente un lavoro di grande interesse artistico.
Qui è possibile ricostruire il modo di lavorare di Leonardo che non utilizzava i taccuini ma eseguiva la trama dei suoi dipinti direttamente sulla tavola con la presenza dello sfumato già nei primi momenti dell’opera.
La scena è molto complessa: tutto ruota attorno alla figura di Maria con il Bambino. Le figure sono articolate in un semicerchio e in primo piano vi sono i Re Magi, nell’atto di devozione, mentre porgono a Gesù i loro doni. Sullo sfondo si intravvedono scene di battaglia contrapposte all’architettura di un edificio che sembra l’impianto di una chiesa medievale: guerra e pace in pochi centimetri.
Leonardo non conclude il lavoro perché chiamato a Milano alla corte di Ludovico il Moro.
L’opera, un dipinto rimasto fermo ad un primo abbozzo, è ora conservata presso il Museo degli Uffizi di Firenze.


Trattato di Parigi-Benjamin West-1783
Perché non dipingere alcuni personaggi?
Questo è un dipinto incompiuto del 1783 del pittore statunitense Benjamin West raffigurante i preliminari svolti a Parigi nel 1782 per la firma del trattato di pace che pose fine alla Guerra Rivoluzionaria tra Gran Bretagna e Stati Uniti. Il trattato definitivo fu firmato, sempre a Parigi, nel 1783 e riconobbe l’indipendenza americana stabilendo i confini per la nuova nazione.
Per l’occasione, Benjamin West voleva dipingere i partecipanti dal vivo durante la fase preliminare dei negoziati di Parigi. A sinistra i 5 negoziatori americani, tranne Benjamin Franklin, si sono seduti ma, a destra, i 2 negoziatori inglesi rifiutarono di sedersi.
L’opera rimarrà così incompiuta lasciando però un forte messaggio della divisione politica tra la Gran Bretagna e le sue ex colonie americane.
In seguito John Adams, il secondo presidente degli USA, si è appropriato del dipinto e lo ha esposto alla Casa Bianca durante la sua presidenza tra il 1797 e il 1801. Attualmente l’opera è conservata nella biblioteca di Adams National Historical Park, nel Massachusetts.


Deposizione di Cristo nel sepolcro-Michelangelo-1501
Michelangelo già conosceva lo smartphone?
Ecco un’altra opera incompiuta: questa volta si tratta di Michelangelo e della “Deposizione di Cristo”.
Al centro troviamo il corpo di Cristo mentre viene deposto nella tomba, circondato da una serie di personaggi. Al fianco di Gesù, con la veste rossa, vi è Giovanni, il discepolo che Lui amava. Ci sono poi altri personaggi come Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea e due donne, forse Maria Maddalena e “l’altra Maria”. Maria invece, la mamma di Gesù, è solo abbozzata a grandi linee proprio nella macchia bianca, senza vernice, alla destra del dipinto.
La figura che più incuriosisce in questo dipinto è la donna inginocchiata che, a causa dell’incompletezza del lavoro, non riusciamo a capire cosa abbia in mano. In teoria dovrebbe tenere i chiodi e la corona di spine, messa sul capo di Gesù durante la crocifissione. Ma per noi, figli della tecnologia, sembra che la donna stia guardando qualcosa sul suo “cellulare”.
Michelangelo lascia incompiuto il lavoro, che era destinato alla Chiesa di Sant’Agostino a Roma, per partire in direzione di Firenze.
Pur essendo incompleta, è interessante notare la tecnica utilizzata da Michelangelo in pittura che consisteva nel realizzare le parti una ad una secondo la tecnica a levare. Una tecnica molto in uso nell’arte scultorea consistente nell’asportare con appositi strumenti alcune parti sino ad ottenere la forma desiderata: cioè “liberare la forma pura prigioniera del superfluo” .
Attualmente la tavola si trova alla National Gallery di Londra.


Keith Haring-Dipinto Incompiuto-1990
Quando la morte ferma l’arte
Nel 1989, Keith Haring, uno dei maggiori esponenti americani della Street Art, compone un’opera che ha voluto lasciare incompiuta e che ha intitolato “Dipinto incompiuto”. Nelle opere di Haring sono racchiusi tutti i princpi fondanti della vita umana: i concetti della nascita, della vita, della morte, del sesso, della paura, della pace e della guerra. In quest’opera, come in tutti i suoi disegni, l’opera inizia dall’angolo in alto a sinistra e senza alcun schema completo. Nel “Dipinto incompiuto” si vede tutta la drammaticità di una vita spezzata prematuramente. Sembra che Haring, già malato di AIDS, abbia lasciato consapevolmente e volutamente incompiuta l’opera. L’artista morirà nel febbraio del 1990 a soli 31 anni e questa è stata una delle sue ultime opere.


La fanciulla con il mandolino-Balthus-2000-2001
Quando la fantasia vola
Balthazar Klossowski de Rola, in arte Balthus, nato a Parigi nel 1908 da padre polacco e madre russa, amava dipingere ragazze e gatti avvolti in un mix di meditazione e realtà, di erotismo e innocenza il tutto inserito in uno spazio originale. Un artista conturbante, controverso, misterioso, sfuggente a qualsiasi definizione e categoria che amava dire di sé: “io non sono contemporaneo, sono atemporale”.
Nel suo ultimo dipinto “La fanciulla col mandolino” rappresenta una giovane ragazza dolcemente addormentata su un divano in una posa morbida e rilassata. Una gamba è piegata mentre l’altra è distesa a V, la testa reclinata all’indietro con gli occhi chiusi e una mano è posata tra i capelli. Sembra che la scena avvenga sul palco di un teatro, ma non è un’attrice. È un personaggio che mantiene una certa distanza e neppure il desiderio di possedere questa fanciulla può avvicinare il visitatore. Sulla sinistra un gatto e sulla destra un cane ritto sulle zampe che scruta il paesaggio e poi… il nulla perché l’opera è rimasta incompiuta a causa del sopraggiungere della morte dell’artista avvenuta nel 2001 in Svizzera.


Incompiuto-Tosi-1955
Arturo Tosi, nato a Busto Arsizio il 25 luglio 1871, inizia la sua formazione presso la Scuola Libera del Nudo dell’Accademia di Brera. La sua pittura di paesaggio e di natura morta si sviluppò in tutta la sua lunga e intensa attività con schemi sostanzialmente immutati, caratterizzata da un forte cromatismo che conferisce alle sue opere una vivacità intensa.
Nel 1924 conosce Margherita Sarfatti e, nell’anno successivo, entra a far parte del comitato direttivo del “Novecento italiano” partecipando così a tutte le mostre del movimento sia in Italia che all’estero. Artista prolifico di grande successo, muore a Milano il 5 gennaio del 1956.
Una delle sue opere create solo un anno prima di morire, rimane incompiuta e da lì il titolo “Incompiuto”.
Realizzata nel 1955, si colloca all’interno del genere della natura morta con fiori, molto diffuso tra gli artisti del primo novecento. Nel dipinto ad acquerello, si scorge un vaso appena abbozzato che contiene un mazzo di fiori composti da macchie di colore ben visibile.
Attualmente, il quadro si trova presso la collezione Vismara ospitata dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano.


Il ritratto di Ria Munk numero III-Klimt-1917 – Dipinti incompiuti
Si può morire d’amore?
Dipinti incompiuti: Tra il 1917-18, la famiglia Munk commissiona a Gustav Klimt il ritratto di Ria. Maria, il suo vero nome, era una ragazza molto bella e innamorata di Hanns Heinz Ewers, uno scrittore, poeta, filosofo tedesco. Un personaggio perverso, dai modi ambigui e con una cicatrice molto enigmatica che ne caratterizzava il volto.
Il 28 dicembre 1911, all’età di 24 anni, la ragazza muore suicida dopo l’ennesimo scontro con l’amante. A questo doloroso episodio, fa seguito il desiderio della madre di commissionare a Klimt il ritratto della figlia sul letto di morte.
I primi due ritratti non vengono accettati dalla famiglia e il terzo rimane incompiuto a causa della sopraggiunta morte dell’artista. La ragazza viene ritratta in piedi intenta a guardare l’osservatore con un sorriso malinconico. Il viso e i dettagli che circondano la figura sono finiti mentre è rimasto incompiuto l’abito e il pavimento, abbozzati con il carboncino.
Questo ci mostra lo stile con cui procedeva l’artista: uno stile diretto, spontaneo ed impulsivo che disegnava subito sulla tela.
Attualmente è conservato alla “The Lewis Collection”, Tavistock Group di Bahamas.


Paulo vestito da Arlecchino-Picasso-1924 – Dipinti incompiuti
Finita o incompiuta?
Dipinti incompiuti: Nel 1924, Pablo Picasso ritrae il primo figlio Paulo mentre indossa il costume di Arlecchino. E qui Picasso non si rivela come l’artista “rivoluzionario”, ma esprime il suo amore per il mondo classico. Paulo è seduto su una poltrona che sembra sospesa nel nulla. Nella dolcezza del bambino, è possibile notare la precisione dei dettagli che contrastano le pareti lasciate a matita che fanno pensare ad un’opera incompiuta. Ma è davvero così?
Picasso ripensava spesso i suoi quadri perché era convinto che un’opera non poteva essere pensata a tavolino. Per cui le parti lasciate a matita potrebbero essere il frutto di una futura rivisitazione dell’opera.


La montagna di Sainte-Victoire-Cézanne-1904 – Dipinti incompiuti
Dipinti incompiuti: Nel 1904, Paul Cézanne, il pittore post-impressionista e padre del successivo “cubismo”, raffigura un luogo a lui molto caro: il Sainte-Victoire, nei pressi di Aix-en-Provence. Presenta uno sfondo dai lineamenti approssimati rispetto agli elementi ben definiti posti in primo piano. Ma non c’è un primo piano né alcuna illusione di distanza perché gli oggetti non rimpiccioliscono man mano che si allontanano dal punto di osservazione. In questo quadro, Cezanne vuole andare oltre la realtà immergendosi completamente in essa per liberare le ali dell’immaginazione. Ed è forse per questa motivazione che il dipinto appare incompleto nella parte paesaggistica. Attualmente l’opera si trova al Kunsthaus di Zurigo.


Messa da Requiem in re minore K626-Mozart
Anche la musica può essere incompiuta?
Dipinti incompiuti: Che cos’è un’opera d’arte? Non è solo un dipinto ma anche la musica può certamente rientrare nella categoria “arte”. In quest’opera la verità si intreccia alla leggenda: alcuni sostengono che Mozart l’abbia composta per sé stesso e altri, come lo scrittore Stendhal, raccontano che Mozart, in quel tempo già malato e caduto in miseria, riceva l’incarico di comporre una messa da Requiem da uno sconosciuto committente. Motivato anche da un lauto compenso di 50 ducati, inizia il lavoro, scrive i primi due brani, abbozza le parti successive e poi lo abbandona per alcuni mesi. Nel frattempo, a causa di una febbre persistente, il 5 dicembre 1791, muore proprio il giorno dopo aver completato la parte vocale della Lacrimosa, il brano più struggente di tutto il Requiem. Lasciò così, purtroppo, incompiuta l’intera partitura che fu completata successivamente da Franz Xaver Sussmayr.
Non è certo che tutte queste opere siano rimaste incompiute per volere dell’autore ma quello che è certo è che dietro ogni quadro c’è una storia che rende affascinante sapere perché l’opera non ha visto la sua naturale conclusione.
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articolo di: CANTI FRANCA