Natale nell’arte

“ (…) Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill’anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill’anni s’attese
quest’ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
Risplende d’un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.
È nato!
Alleluja! Alleluja!”

Con queste parole di festa, Guido Gozzano, nel 1914, ci racconta la sua idea del Natale, attraverso una filastrocca poetica e leggera. Infinite volte, i pittori e gli artisti, hanno cercato di confrontarsi proprio con la natività, l’evento sacro forse più rappresentato, il simbolo più vero e intimo di tutto il Natale. Leggiamo i pochi versetti del Vangelo di Luca che hanno ispirato tante creazioni artistiche: “Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: “Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia”.

Le catacombe

La più antica rappresentazione di una natività, si trova in un luogo particolarissimo, antico quasi quanto il cristianesimo stesso: le Catacombe di Priscilla. Siamo a Roma, sulla via Salaria, e in questi primigeni luoghi di culto compare una delicatissima natività, databile al III secolo. Accanto a Maria, in questo caso, un profeta che indica una stella, simbolo della venuta di Cristo. In queste suggestive catacombe sono raffigurati anche per la prima volta i Magi, dipinti nella cosiddetta Cappella greca.

Il presepe di Greccio

La tradizione del presepe viene fatta risalire alla notte di Natale del 1223 quando, a Greccio, San Francesco rievocò la nascita di Gesù, con una sacra rappresentazione.

A pochi anni di distanza da quell’evento, due artisti lo celebrarono creando splendide ed immortali opere d’arte.

Lo scultore Arnolfo di Cambio, realizzò, su commissione del papa Niccolò IV, un presepe in marmo, il primo della storia dell’arte. Oggi, dopo lunga musealizzazione, il gruppo scultoreo è tornato nella Cappella Sistina della Basilica di Santa Maria Maggiore.

Un omaggio al presepe di Greccio è stato fatto anche dal grande Giotto che, nella Basilica superiore di Assisi, dipinse proprio questo episodio nella tredicesima scena del ciclo francescano, realizzato entro il 1299.

San Giuseppe a Urbino

Se facciamo un salto avanti nei secoli, nell’Oratorio di San Giuseppe, a Urbino, troviamo uno stupendo presepe, databile al 1550. Questo capolavoro venne realizzato dall’urbinate Federico Brandani che ricreò una grotta con tufo e pietra pomice. Le sculture, a grandezza naturale, sono in stucco.

Presepi di carta

Particolarmente suggestivi sono anche i presepi di carta che nascono intorno al Settecento. Le figure in carta, cartoncino o legno erano poste in complesse costruzioni simili a teatri, ancora oggi ne possiamo ammirare alcuni soprattutto in Liguria e in Lombardia. Ad esempio vi consigliamo di vedere lo splendido presepe di Francesco Londonio, ancora oggi conservato nella chiesa di San Marco a Milano.

Il Natale nella pittura

Nella pittura, moltissimi artisti si sono confrontati con il tema della natività, vediamo insieme le opere più belle.

Nel Quattrocento la nostra attenzione cade sulla celeberrima e sempre stupenda Adorazione dei Magi, datata 1423 e firmata da Gentile da Fabriano, oggi conservata alla Galleria degli Uffizi di Firenze. Nella grande pala il tema principale è l’adorazione dei Magi ma nelle lunette e nella predella si racconta tutta l’infanzia di Cristo con toni quasi fiabeschi.

Nel Cinquecento non possiamo dimenticare L’Adorazione dei pastori di Correggio, databile al 1525-1530 e oggi conservata alla Gemäldegalerie di Dresda. La tela, originariamente posta nella chiesa di San Prospero di Reggio Emilia è un assoluto capolavoro luministico.

Sempre una notte, densa di mistero e di una luce soprannaturale, è quella dipinta dall’olandese Gerard van Honthorst, noto in Italia come Gherardo delle Notti. L’opera, realizzata fra il 1619 ed Il 1620, è oggi conservata nella Galleria degli Uffizi a Firenze. Il capolavoro del pittore tenebrista fu acquistato nel 1628 da Ferdinando II de’ Medici.

Alla fine di questa nostra breve rivista dell’arte sacra natalizia non possiamo che augurarvi serene e felici feste, vissute con la gioia dei bambini perché come scriveva Charles Dickens: “Fa bene a momenti tornar bambini, e più che mai a Natale, ch’è una festa istituita da Dio fattosi anch’egli bambino”.

Articolo di Giorgio Panigati – Instagram: Lessisabore80

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