Cupole più belle d’Italia: quali sono?

Tra le cupole più belle d’Italia bisogna senz’altro citare quella della Basilica di San Marco a Venezia, con i suoi mosaici, la cupola del Battistero di Parma, con gli affreschi dipinti dal Correggio e la cupola del Pantheon a Roma, con il famoso oculo al centro, ma ce ne sono molte altre, altrettanto belle, che meritano di essere scoperte e ammirate.

Scopriamo insieme altre 5 cupole.

1. Cupole più belle: Santuario di Vicoforte

A 30 km da Cuneo sorge il Santuario di Vicoforte la cui cupola è la più grande del mondo tra quelle di forma ellittica, alta ben 75 metri e conclusa nel 1732.

Considerata uno dei capolavori dell’architettura barocca piemontese, l’interno presenta un affresco di grandi dimensioni. Lungo i ben 6.000 metri quadri è raffigurato un affresco unico: la Vergine, la sua vita terrena, l’attesa della redenzione e l’assunzione in cielo che giunge fino alla lanterna che sovrasta la cupola.

Mattia Bortoloni da Rovigo ed il milanese Felice Biella dipinsero l’affresco tra il 1746 e il 1748. L’insieme risulta molto armonico e luminoso, probabilmente ispirato alla pittura veneta di Giambattista Tiepolo.

2. Cupole più belle: Santa Maria del Fiore a Firenze

Senz’altro famosissima è la cupola del Duomo di Firenze. La sua grandezza e bellezza ci affascinano appena si giunge in città.

Filippo Brunelleschi progettò questo capolavoro tra il 1420 e il 1436 e già all’epoca era considerata magnifica per via della sua grandezza. Infatti presenta un diametro esterno di 54,8 metri e un diametro interno di 45,5 metri.

Il progetto originale prevedeva che l’interno fosse decorato con un grande mosaico, ma nel 1568 il Granduca Cosimo I de’ Medici preferì una decorazione ad affresco che venne affidata al pittore di corte Giorgio Vasari.

Oltre 700 figure affollano la scena, di cui 248 angeli, 235 anime, 21 personificazioni, 102 personaggi religiosi, 35 dannati, 13 ritratti, 14 mostri, 23 putti e 12 animali. Rimaniamo stupefatti osservando questa cupola dal basso verso l’alto, ma rimaniamo senza fiato se decidiamo di intraprendere la lunga e angusta scalinata che ci porta ad osservare la città dall’alto.

Quando arriviamo all’altezza del tamburo, possiamo ammirare queste figure da vicino notando con quanta attenzione Vasari, e successivamente Federico Zuccari, abbiano dipinto ogni singolo personaggio, descritto in modo molto dettagliato.

3. Cupole più belle: Santa Maria dell’Assunta a Siena

Rimaniamo sempre in Toscana e ci spostiamo nella città che da sempre è “rivale” di Firenze: Siena. La cupola del Duomo, Santa Maria dell’Assunta, non ha nulla da invidiare al Duomo della sua più “acerrima nemica”.

La cupola di forma esagonale è stata completata tra il 1259 e il 1264 e presenta all’esterno due ordini di logge diverse tra loro. Le colonne binate slanciate reggono gli archi a sesto acuto della loggia inferiore, mentre la loggia superiore presenta delle colonne più basse che reggono degli archetti a tutto sesto ribassato. In cima una lanterna dorata realizzata da Gian Lorenzo Bernini nel 1667.

All’interno si presenta con una decorazione molto semplice ma tuttavia d’effetto essendo affrescata a cassettoni blu e oro, circondata da statue di angeli e santi e pitture di profeti e patriarchi.

4. Sant’Ivo alla Sapienza a Roma

Se la cupola di San Pietro è quella più famosa e più grande, quella di Sant’Ivo alla Sapienza è tra le più scenografiche di Roma.

La chiesa di Sant’Ivo, opera di Francesco Borromini che la costruì tra il 1642 e il 1667, si trova all’interno del cortile del Palazzo della Sapienza, l’università più antica di Roma. Papa Urbano VIII commissionò la costruzione della chiesa per portare a compimento il progetto già iniziato dall’architetto Giacomo della Porta.

Borromini creò una facciata davvero unica dove il prospetto si integra perfettamente con la grande esedra progettata da Giacomo della Porta nascondendo quello che è all’interno un impianto molto complesso.

La pianta è stata concepita come due triangoli che formano una stella a sei punte, ma quello che attira maggiormente la nostra attenzione è proprio la cupola. Essa, infatti, poggia direttamente sul profilo mistilineo delle pareti. Borromini decise di eliminare lo schema tradizionale del tamburo che sorregge la cupola in favore di una continuità verticale, quasi che la chiesa intera fosse stata ideata e concepita come tamburo essa stessa.

Anche la decorazione è coerente con la struttura della chiesa: le stelle di otto e sei punte diventano sempre più piccole man mano che si avvicinano al centro creando un perfetto gioco prospettico, mentre al centro è presente l’immagine dello Spirito Santo.

All’esterno è ancora più scenografica: il tiburio formato da un tetto a gradinate nasconde perfettamente la complessità dell’interno. Il movimento viene poi accentuato dalla lanterna composta da sei parti concave, suddivise in doppie colonne di ordine corinzio, che si innalza con un movimento a spirale.

5. Tempio di Mercurio di Baia presso i Campi Flegrei

Il tempio di Mercurio al parco archeologico dei Campi Flegrei, nei pressi di Napoli, possiede una delle cupole più belle anche se poco conosciuta. Non si tratta di una chiesa ma bensì di quello che era denominato Tempo di Mercurio. Ci sono varie ipotesi riguardo la sua funzione originale: frigidarium, piscina coperta chiamata natatio, o forse ancora una laconicum ovvero un locale destinato alla sauna.

Appena vediamo questo complesso notiamo subito una grande cupola aperta al centro e questo fa venire subito in mente un’altra cupola molto più famosa ovvero quella del Pantheon di Roma. Erroneamente si potrebbe pensare che questa cupola sia stata costruita ad imitazione del più celebre edificio, invece è proprio la cupola del Tempio di Mercurio ad aver ispirato il Pantheon.

La costruzione della cupola con il lumen, ovvero l’apertura centrale, serviva non tanto per far filtrare la luce, come nel caso del Pantheon, ma bensì a trattenere il vapore caldo.

Sebbene questa cupola non abbia la bellezza e la grandezza del Pantheon, ci permette di capire come la forma di uno stesso edificio potesse essere utilizzata per scopi diversi.

Articolo di Elena Bruno

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