Errori nelle opere d’arte
Errori nelle opere d’arte
Errori nelle opere d’arte: Avete mai pensato che possano esserci errori nell’esecuzioni di alcune opere prodotte dai grandi maestri?
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O forse non sono altro che provocazioni, esperimenti o forse ancora dettate dal periodo storico nel quale venivano prodotte?
E’ possibile che illustri artisti abbiamo deliberatamente realizzato errori prospettici o che addirittura abbiano collocato i loro dipinti in epoche diverse dalla storia che raccontano.
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Il Cristo morto – Mantegna – Errori nelle opere d’arte
Una tra queste è il Cristo Morto, un’opera ritenuta tra le più suggestive, realizzata dal famoso pittore del Primo Rinascimento Italiano di nome Andrea Mantegna (1431 – 1506).
Il dipinto su tela (formato 68×81) databile tra il 1475 – 1478, realizzato molto probabilmente per la sua cappella funeraria, venne trovato, dai suoi figli dopo la sua morte.
Venduto per pagare una serie di debiti il quadro è passato, nel corso dei secoli, per una serie di collezionisti. Nel 1824 fu donato alla Pinacoteca di Brera, dove tutt’ora possiamo ammirarlo.
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Il quadro rappresenta il cadavere del Cristo, steso su una lastra di pietra, coperto solo in parte dal sudario, con accanto le figure delle pie donne.
La decisione di rappresentare il Cristo morto in una posizione, insolita per la pittura di quell’epoca, molto probabilmente è il frutto di una serie di esperimenti che il Mantegna conduce nella realizzazione delle sue opere sui corpi visti di scorcio.
Il taglio prospettico di questa tela potrebbe riportarci alle più moderne inquadrature prodotte con una fotocamera.
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Ma qual è l’errore che il grande Maestro ha commesso?
Errori nelle opere d’arte: Forse il Mantegna non volle attenersi alle corrette regole della prospettiva. Come abbiamo già detto il primissimo piano sui piedi di Gesù vede l’opera come caso unico nella storia della pittura del ‘400.
Ad una prima vista la realizzazione dello scorcio del corpo è prodigioso ma non possiamo ignorare le proporzioni. Da alcuni recenti studi la testa del Cristo è risultata troppo grande. Considerato che sarebbe il punto più lontano dell’osservatore, le gambe sono troppo corte se confrontate con il busto mentre le braccia hanno la giusta dimensione. A questo punto i piedi in primo piano sono troppo piccoli per il suo corpo. Se proviamo ad immaginare la figura in piedi vedremmo una testa troppo grande su un busto troppo piccolo, sorretto da altrettante gambe troppo corte con piedi troppo piccoli per poterlo sostenere.
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Un altro artista che possiamo aggiungere alla nostra lista è la figura del più grande fra i grandi. L’eclettico per eccellenza di tutti i tempi: Messer Leonardo Da Vinci, chiamato simpaticamente dai suoi amici la mano sinistra del diavolo.
Leonardo da Vinci non ha mai avuto paura di confrontarsi con nessuna disciplina, ha sempre osato andando oltre le sue possibilità e peraltro il suo genio gli ha permesso di commettere errori, fregandosene, ma portandolo ai più grandi intuiti del suo tempo.
Alcune volte gli errori erano cercati, per provocare, per sfida lui diceva: “Voi mi considerate un uomo senza lettere, ma siete degli stolti perché le mie cose sono date dall’esperienza non dalle parole”. Ed è proprio per queste parole che il suo genio lo porta a sperimentare e con la sperimentazione vi è l’esperienza e con l’esperienza l’errore ed è questo grande il segreto del progresso.
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Leonardo Da Vinci – L’annunciazione – Errori nelle opere d’arte


L’annunciazione è considerata un’opera giovanile realizzata tra il 1472 – 1475 quando il maestro Da Vinci era ancora a bottega dal Verrocchio. Non si conosce ne la committenza ne la collocazione originaria. In questa tela ad olio Leonardo ambienta il racconto in un giardino esterno alla casa della Vergine, contrariamente a come veniva tradizionalmente rappresentata.
L’angelo invece è raffigurato in una posa classica, con le ali immortalate poco prima di richiudersi; e proprio queste sono state allungate da qualche ignoto modificando così l’intento leonardesco. Rappresentare l’angelo appena disceso dinnanzi alla Vergine.
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La luce è chiara, preannuncia il giorno che arriva, ingentilendo i contorni delle figure.
Proprio il digradare dei colori anticipa la tecnica dello sfumato e la prospettiva aerea, che prevedeva una colorazione più tenue e sfumata per i particolari più lontani, come avvolti nella foschia. Ebbene si, Leonardo sapeva dipingere l’atmosfera.
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Un’altra, che potrebbe sembrare un’anomalia è la dimensione del braccio destro della Vergine.
Risulta più lungo del sinistro e le gambe più corte rispetto all’altezza del busto.
Il cipresso accanto all’edificio più grande di quello che dovrebbe essere.
La Vergine, nella parte superiore della sua figura sembra lontana dallo spettatore, mentre la parte inferiore appare più vicina.
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Una teoria è stata avanza proprio dal Direttore degli Uffizi, l’errore di prospettiva, se così si può dire, sarebbe voluta.
Da alcuni taccuini rinvenuti del maestro, si evincono studi sulla tecnica dell’ottica ottenuta per effetto dell’anaformismo. Studi prospettici legati all’adattamento dell’opera in previsione della sua collocazione.
Si tratta di un esperimento o un errore?


L’ultima cena
Errori nelle opere d’arte: Cotanto genio lo portava ad essere a volte scostante nell’esecuzione dei suoi lavori. Amava ritornare sulle cose che faceva, ripensare, disfare, correggere, aggiungere e togliere, poteva lavorare un giorno intero senza sosta oppure sparire per giorni.
Quando gli venne commissionata da Ludovico il Moro L’Ultima Cena (1494 – 1498) per il refettorio della Chiesa Domenicana di Santa Maria delle Grazie, lui tentò una tecnica mista a secco su intonaco e approcciò al lavoro come se avesse dipinto su di una tela.
Dipinse esattamente quello che voleva e come lo voleva.
Il risultato di quest’errore è quello di aver prodotto un capolavoro del Rinascimento Italiano.
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Nascita di Venere – Botticelli
Un altro esempio lampante di “errore” nella realizzazione di un’opera è quella della Venere del Botticelli, nota anche come la “Nascita di Venere” (1485).
Commissionata dalla famiglia De Medici, il dipinto, una tempera su tela, rappresenta l’approdo sull’isola di Cipro della dea dell’amore e della bellezza.
Nata dalla spuma delle onde del mare e sospinta dai venti Zefiro e Aura.
La dea è in piedi, leggera, appoggia i suoi delicati piedi su di una valva di conchiglia, perfetta come solo la natura può essere.
La figura alla sua sinistra l’accoglie porgendole un manto cosparso di fiori. Il Botticelli si ispira alle statue di epoca classica assomiglia molto ad un’antica statua la Venere Pudica.
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Ma come si presenta la Venere?
Errori nelle opere d’arte: L’atteggiamento casto di Venere, che con i lunghi capelli che coprono le nudità, rivela una figura leggermente curva, caratterizzata da lunghe linee. Anatomicamente parlando il suo corpo è irreale. Osservando il collo ed il busto ci rendiamo subito conto che la posa è impossibile, il peso del suo corpo è caricato in modo eccessivo sulla gamba sinistra. La sproporzione del braccio sinistro è molto evidente, così come la spalla e particolarmente arrotondata è assai più piccola.
I protagonisti sono alti come gli alberi circostanti.
Un’errata miscela dei pigmenti ha modificato il colore verde delle ali di Zefiro e della sua compagna, così come le foglie dell’albero di arance non sono del colore che il Botticelli aveva adoperato; anche il blu usato per il mare e per il cielo erano più luminosi.
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In molte opere d’arte esistono forme o spazi che non corrispondono al vero questo risulta essere una scelta dell’artista allo scopo di conferire alla figura o alle rappresentazione una maggiore eleganza o per accentuarne la bellezza.


I colli di Modigliani
Può essere un segno distintivo dell’artista, come ad esempio la pittura di Modigliani.
I suoi colli allungati fino all’esasperazione, gli occhi vuoti conferiscono alla figura un tratto distintivo una cifra stilistica propria dell’artista.
Articolo di Marina Nuzzi