Le 10 donne più famose della storia dell’arte
Donne nell’arte: “Mostrerò cosa può fare una donna”
Questa è una delle frasi pronunciate da una delle più grandi artiste di tutti i tempi, Artemisia
Gentileschi, un talento indiscusso, una grande pittrice del 600, vittima del potere maschile in
un sistema che vedeva come unica espressione di genialità, la mano di un uomo. Invece le
donne diventano protagoniste, grazie a lei, di una rivoluzione. Ma oggi non parleremo delle
artiste donne, ma delle protagoniste femminili all’interno delle grandi opere d’arte,
sottolineando come il ruolo della donna sia che possa produrre splendide opere, sia che ne
diventi la protagonista indiscussa, è indubbio che sia fondamentale nel panorama artistico e
quindi non solo appannaggio maschile.
Proviamo a stilare una lista delle donne più importanti nelle opere d’arte con un percorso
cronologico per comodità e per permettere a tutti di comprenderlo al meglio.


Donne nell’arte: IL BUSTO DI NEFERTITI
Lo straordinario busto in pietra calcarea della regina egizia Nefertiti sposa di Amenhotep IV
durante il Nuovo Regno, fu rinvenuto nel 1912 dall’ archeologo tedesco Ludwig Borchardt
il quale riportò alla luce il «bel viso» e la giovinezza «sempre durevole» narrato dagli
storici. E sicuramente deve essere stato eccezionale il ritrovare un’opera così perfettamente
conservata quasi da sembrare essere stata dipinta qualche ora prima. Il volto magro, il collo
sottile di poco incurvato in avanti, gli zigomi alti, le palpebre degli occhi leggermente
abbassate e un sorriso, appena accennato, le labbra piene e ben disegnate fanno si che la
stupenda opera ancora oggi susciti lo stupore e la meraviglia dello spettatore. Non stupisce a
tal proposito la definizione di quest’opera come “il più bel ritratto del mondo antico”,
perfettamente proporzionato secondo i canoni della pittura egizia, una bellezza idealizzata e
non aderente alla realtà, ma che per fortuna ci permette di continuare a sognare attraverso
questo busto, in realtà solo un modello per future raffigurazioni della regina, ma
importantissimo per renderci conto della bellezza di questa donna immortale.


LA VENERE DI MILO
Donne nell’arte: La venere di Milo denominata “Nostra signora di bellezza”
è una straordinaria opera di statuaria ellenica, raffigurante
Venere con il busto nudo e leggermente coperta solo dalla
vita in giù da una lunga tunica. Ritrovata sull’isola di Milo
da un contadino di nome Yorgos Kentrotas, mentre stava
effettuando degli scavi. I capelli sono raccolti e il corpo è
in torsione verso sinistra con una posa che è rimasta
indelebile nella storia. La statua fu poi venduta ai francesi
dopo la fine dell’Impero Napoleonico. Fu poi restaurata e
posta nel meraviglioso Louvre dove ancora oggi si può
ammirare in tutto il suo splendore.
Celebre la sua vicenda
tra le altre opere spostate intelligentemente durante la
Seconda Guerra Mondiale, fu portata nel castello di
Chamord e utilizzata durante le Olimpiadi di Tokyo nel
1964, dove subì alcuni danni per poi essere restaurata. La straordinaria bellezza della statua
si cela nel suo enigma straordinario, lo sguardo teso e delicato, ma soprattutto quelle braccia
mancanti, cosa portavano? che gesto compivano? Sono innumerevoli le ipotesi che rendono
ancora più affascinante il misterioso corpo di questa stupenda e imperturbabile donna, la cui
perfezione formale fu ideale di bellezza per secoli, diventando poi oggetto di marketing
pubblicitario in tutto il suo splendore. Simbolo della lotta femminile, in primis e di
campagne pubblicitarie più disparate, ancora oggi affascina ogni studioso e appassionato di
arte, proprio per quel non finito, certamente non voluto.


Donne nell’arte: LA STATUA DI UTA DI NAUMBURG
In pieno Medioevo nel XIII secolo, troviamo una immagine di donna di una straordinaria
potenza e importanza. Una di Naumburg da sempre e per sempre “la più bella del reame”,
Proprio lei la bella e altera Uta degli Askani di Ballenstedt, raffigurata per sempre accanto al
marito nella cattedrale di Naumburg, regina, moglie ma senza eredi, visse una vita
travagliata, accusata di stregoneria, fuggì dal rogo e divenne in età Romantica, il simbolo
indiscusso della bellezza germanica e icona delle più alte e pregevoli virtù femminili. La
straordinaria bellezza del volto scolpito nella pietra ne fa da sempre icona di perfezione,
tanto che anche durante la Seconda Guerra mondiale fu scelta come icona della perfezione
ariana, effige dei francobolli della Repubblica Federale Tedesca. Successivamente il volto
perfetto fu scelto da Walt Disney eclettico disegnatore dei bellissimi cartoni animati che
hanno accompagnato ognuno di noi nella nostra infanzia. L’artista la scelse come modello
per raffigurare la stupenda strega di Biancaneve sia nei lineamenti del volto e del corpo, sia
nelle vesti della statuaria regina invidiosa di Biancaneve, avvolta nel suo perfetto mantello
viola. Per renderla più cattiva inoltre, si ispirò a Joan Crawford, splendida e conturbante
attrice americana di quegli anni. Una bellezza straordinaria che nei secoli ha solo
accresciuto la sua fama nonostante riposi da secoli in una prigione di pietra.


LA FORNARINA DI RAFFAELLO
Donne nell’arte: Una delle più pregevoli opere del grande e
straordinario Raffaello rimase celata a sguardi
indiscreti fino alla sua morte. D’altronde come poter
mostrare al mondo un’opera così privata e personale?
Una splendida ragazza seminuda che mostra solo il
seno, candidamente velata attraverso un panneggio
delicato, puro e trasparente, la mano sinistra poggiata
quasi maliziosamente sulle gambe, le guance
arrossate e un delicato sorriso. Sul capo un turbante a
raccogliere i capelli scuri che diventano un tutt’uno
con lo sfondo totalmente nero. Uno sguardo complice
e delizioso, l’amore narrato del divin pittore, la figlia
di un fornaio di Trastevere, ultimo tra gli amori
tormentati di Raffaello nel suo soggiorno romano
durato fino alla sua morte. Ella cela un mistero ma
nello stesso tempo lo mostra al mondo, con il
bracciale con le iniziali di Raffaello come a
dimostrarsi sua proprietà che lei delicatamente accetta grazie a quel gioco di sguardi. Un
dipinto forse terminato causa la morte, da Giulio Romano, pregevole allievo di Raffaello, un
dipinto privatissimo segno di un amore immortale, una donna che ha fatto fantasticare
migliaia di artisti i quali nel corso dei secoli si sono sbizzarriti a riprodurre scene private
immaginando l’idilliaco amore tra i due, mentre Raffaello nello studio produceva opere
straordinarie e maestose. Una complice, musa ispiratrice di grandi produzioni. Che sia vero
tutto questo o no, sicuramente Raffaello deve aver avuto un grande amore per questa donna,
una tra le tante ma l’ultima e probabilmente la più importante.


LA VERGINE ANNUNCIATA DI ANTONELLO DA MESSINA
Donne nell’arte: Indubbiamente una delle opere cristiane più potenti della storia dell’arte, il volto della
Vergine che per la prima volta appare da sola nel contesto sacro dell’Annunciazione, sola
senza l’angelo. Apparentemente.. perché in realtà davanti a lei con uno straordinario
espediente tecnico, Antonello da Messina, pregevole artista siciliano investito delle novità
coloristiche venete, colloca in un gioco di sguardi affascinante e straordinario, l’arcangelo
Gabriele che annuncia a Maria, la quale si copre il corpo con lo splendido mantello azzurro
che indossa, il lieto evento. Di questa visita abbiamo percezione grazie alle pagine del libro
poggiato sul leggio davanti a lei, che delicatamente si alzano a farci percepire un delicato
sbattere di ali. Un’opera di una potenza e di una perfezione assoluta, simbolo di una
cristianità tutta popolare e tutta dedicata alla Vergine, protagonista indiscussa, lei sola con il
suo sguardo e con la mano protesa verso lo spettatore ad indicare la sua totale accettazione,
e ad invitare noi come terzo interlocutore alla scena sacra.


Donne nell’arte: LA VENERE DI BOTTICELLI
Una delle donne sicuramente più belle e conosciute della storia dell’arte è senza ombra di
dubbio la splendida Venere di Botticelli conservata in uno dei musei più belli del mondo: La
Galleria degli Uffizi a Firenze. Dipinta dal grande pittore neoplatonico, il volto della musa
ispiratrice non solo di Botticelli ma anche di altri grandi artisti, Simonetta Vespucci, donna
bellissima e accattivante, simbolo di una perfetta bellezza femminile in epoca
Rinascimentale. La Venere nata dalla spuma del mare, si leva sopra una conchiglia gigante,
prima volta nella storia ad essere raffigurata in piedi e non sdraiata, come voleva la
tradizione. Pochi elementi la rendono immortale, i capelli lunghi, biondi, leggermente mossi
dal vento, le scendono sul corpo velatamente celato nella classica posa della Venere pudica
di derivazione classica, lo sguardo attento e penetrante, il volto leggermente inclinato a
destra, il corpo perfetto simbolo della bellezza ideale, morbido e gentile. Intorno i
personaggi della mitologia, Zefiro che cattura la ninfa Clori, portandola sulle sue spalle
soffiando il caldo vento che annuncia la Primavera. A lato, Flora oramai completamente
trasformata, benedice coprendola, la Venere con uno stupendo manto floreale,
prefigurazione del battesimo di Cristo e della rinascita attraverso l’acqua, elemento
dominante del quadro. Una donna stupenda, eterea, immortale che Botticelli crea e plasma
con una perfezione divina, come tipico delle sue opere, simbolo di bellezza femminile
eterna, volto sugli euro, simbolo ripreso nella pop art e in svariate altre opere
contemporanee a significare che la sua bellezza è intramontabile.


LA GIOCONDA DI LEONARDO DA VINCI
Uno tra i più bei ritratti di donna della storia dell’arte è infine, senza ombra di dubbio, quel
sorriso, quell’enigma, quella donna raffigurata da Leonardo da Vinci, conservata al Louvre,
regina indiscussa del grande Museo, per la quale tutto il mondo accorre e si accalca per
carpire qualche segreto e qualche dettaglio. Certo bisogna sgomitare non poco davanti alla
piccola tavola, dibattuta negli anni, sempre più studiata, sviscerata in ogni minimo dettaglio.
Si cerca di capire il paesaggio, il personaggio, il perché gli occhi si muovano con lo
spettatore, chi è questa donna? Cosa rappresenta? Perché è stata dipinta così? Domande alle
quali è veramente difficile dare una univoca risposta ma che la rendono ancora oggi forse la
donna più bella della storia e di tutta l’arte…


Terminiamo con tre opere molto belle che vi invito ad approfondire.
Trovate il senso estatico e meraviglioso, scolpito
nella pietra dal genio di Bernini, facendo una
passeggiata a Roma, entrando nella chiesa di Santa
Maria della Vittoria, nella Cappella Cornaro, lì
potrete ammirare in tutta la sua bellezza, la splendida
Santa Teresa in atteggiamento estatico mentre
contempla la luce divina data dal raggio di luce
realizzato dall’artista. La carne in cui affonda le dita,
il corpo che si contorce, la luce divina che la
circonda. Sono solo alcuni degli elementi essenziali
di un rapporto profondo tra la santa e Cristo, quasi
incontrollabile ma straordinario.
Passate poi ad ammirare lo splendido manifesto artistico del cubismo di Picasso, le
splendide donne i cui corpi si muovono sinuosi, le cosiddette Les Demoiselles d’Avignon.


Donne nell’arte: Si tratta di cinque ragazze disposte
frontalmente e mostrano in modo
sfacciato la loro nudità. Corpi
sinuosi che prendono vita secondo i
nuovi dettami di Picasso, si fanno
vedere, sanno di essere viste e prese
come modello. Raccontano una
storia interessante, quasi come se lo
spettatore stesse guardando un
bellissimo excursus storico, dall’arte
g r e c a a q u e l l a a p p u n t o
contemporanea, donne senza
valenza erotica, ma solo come
modelli di bellezza ideale, un ideale
che cambia sempre ancora oggi..
Finite poi con Frida, la meravigliosa pittrice messicana, tanto triste quanto incredibilmente
forte, emblema della donna per eccellenza che combatte contro il potere maschile, contro il
sistema, ma soprattutto contro l’infausto destino della sua dolorosa e tormentata vita,
quando a seguito di un gravissimo incidente, vedrà cambiare il suo destino costretta per gran
parte della sua vita a letto, tra atroci dolori e sofferenze. Una donna che nonostante tutto ha
saputo lasciare al mondo opere di straordinaria bellezza e importanza. Capolavoro assoluto,
lei, la sua vita e le sue straordinarie opere.
E secondo voi? Quale è la donna più bella della storia dell’arte?
Pappacena Federica