Quante “Gioconde” esistono?

Quante “Gioconde” esistono?

 Quante “Gioconde” esistono?: Misteriosa, ambigua, intensa, elegante, affascinante e unica. Sono questi i termini che hanno da sempre descritto la magia che emerge da uno dei capolavori del genio di Leonardo da Vinci, ma è davvero unica la Mona Lisa che tutto il mondo conosce e che il Louvre custodisce con tanta gelosia? L’interrogativo ha sollecitato l’interesse di tutti i critici d’arte e probabilmente molti collezionisti hanno iniziato a sperare di trovare ad un mercatino o nella cantina dei nonni un’altra Gioconda da esporre anche in altri spazi degni di ospitare un oggetto di tale valore.

La donna con le braccia conserte e il sorriso accennato

in maniera enigmatica sembra sfidarci a trovare altre gemelle identiche a lei ed effettivamente sulla superficie terrestre non ne esiste solo una o due o tre, ma decine di tele esposte nei musei più importanti che vengono quotidianamente visitati da migliaia di persone. La fragile tela esposta a Parigi ha provato a raggiungere altri occhi tra le sale dei musei nazionali di Mosca

e Tokyo, ma i rischi erano decisamente elevati rispetto ai benefici e la fanciulla dipinta da Leonardo è oramai proprietaria e padrona di casa del Louvre e non sembra che abbia il desiderio di affaticarsi e uscire dalla sua zona di comfort. Lascia piuttosto il testimone a tutte quelle tele che negli anni hanno provato ad assomigliarle e a rubarle la scena, ma ci saranno riuscite?

Quante "Gioconde" esistono?

     Le sale museali di tutto il mondo si accontentano di

avere a disposizione varie Gioconde di altissima qualità e databili a periodi e scuole vicine a quelle di Leonardo e qui si possono citare quelle di Raffaello Sanzio (scriveva infatti Vasari “ma per diligenza o studio che

facesse, in alcune difficoltà non potè mai passare

Lionardo, e sebbene pare a molti che egli

lo passasse nella dolcezza ed in una certa facilità naturale, egli nondimeno non gli fu punto superiore in un

certo fondamento terribile di concetti e grandezza d’arte” o la Monna Lisa nuda di Gian Giacomo Caprotti senza tralasciare quella di Carlo Antonio Procaccini oppure quelle della cerchia Leonardesca.

Molte infatti sono le tele che

rappresentano la dama nuda e che richiamano

per buona parte l’opera del maestro, ma tornando

alla versione originale che tutti conosciamo si può affermare che la Gioconda più simile che possiamo ammirare è quella del museo del Prado, un altro capolavoro

senza autore, ma indubbiamente della scuola di Da Vinci

considerato l’utilizzo di materiale di alta qualità che si trovava nella

sua bottega nonché il disegno preparatorio che è uguale in tutto e per tutto alla Monna

Lisa del Louvre ed infine le sfumature che somigliano molto alla manualità del genio toscano. Si tratta quindi di un allievo molto vicino all’artista, ma che ad oggi rimane ancora avvolto nel mistero.

Quante "Gioconde" esistono?

     Altra opera di forte interesse è quella di

Isleworth rinvenuta da un mercante

inglese il quale si trovò dinanzi ad una Gioconda molto giovane rispetto a quella dipinta da Leonardo e che risulta piuttosto interessante dal punto di vista pittorico, ma le città che ospitano le gemelle della nostra amata sono davvero tante e per citarne solo alcune come Liverpool, Monaco di Baviera, Quimper,

Baltimora, San Pietroburgo, Roma, Oslo è

quindi possibile affermare di trovarsi

di fronte a questo capolavoro universale divenuto patrimonio dell’umanità, ma la comunità scientifica non ha approvato tutte queste copie che esistono nel mondo come frutto dell’estro

artistico dell’unico maestro in grado di lasciare ai posteri il più grande mistero della pittura.

Quante “Gioconde” esistono?: La Monna Lisa del Louvre rimarrà forse

l’unica e inimitabile donna che vive in Occidente con quello

sguardo e postura Orientale, composta e senza far passare molti

messaggi agli occhi tristi di noi osservatori che ancora non conosciamo a fondo la sua storia e avremmo il desiderio di accomodarci con lei e parlare della vita bucolica della città Cinquecentesca che la ospitava. Avrebbe molto da

raccontarci e descriverci, ma ha deciso di tenere serrate le labbra

lasciando passare forse un alito di vita che le dona la forza di vivere per l’eternità.

Articolo di Imelda Zeqiri

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