Padri e figli nell’arte
Il legame tra padri e figli è sempre unico e speciale ma spesso va oltre il semplice legame affettivo, infatti ci sono stati artisti che hanno seguito le orme del padre superandoli in abilità tecnica diventando in alcuni casi addirittura più famosi.
Scopriamo insieme quali sono i padri e figli italiani che hanno cambiato il corso della storia dell’arte.
Nicola e Giovanni Pisano
Nel corso del Duecento la coppia di padri e figli Nicola e Giovanni Pisano portò un grande cambiamento nell’arte italiana soprattutto nel campo della scultura. Fino a quel momento le opere d’arte erano ancora quasi del tutto prive di espressività e sarà proprio con loro che inizieranno a diventare ricche di drammaticità.
Entrambi furono attivi soprattutto in Toscana ed eseguirono insieme il Pulpito per il Duomo di Siena: i volti dei personaggi sono scolpiti in modo molto realistico, elemento innovativo per l’epoca.
Tuttavia le figure eseguite da Giovanni presentano una carica emotiva molto più intensa e sembrano quasi soffrire lo spazio architettonico nel quale sono rinchiuse.
Padri e figli: Jacopo Bellini e i figli Gentile e Giovanni
I Bellini dominano la scena veneziana del Quattrocento. Jacopo si forma presso la bottega di Gentile da Fabriano, infatti il suo stile richiama ancora l’ambiente tardo-gotico, tuttavia nelle sue opere inizia ad introdurre una visione nuova grazie all’utilizzo della prospettiva.
Gentile, chiamato così in onore del maestro, e Giovanni appresero velocemente la passione del padre per la pittura formandosi proprio nella sua bottega.
Gentile fece un saggio uso della prospettiva realizzando per la città di Venezia grandi teleri dove la città viene illustrata in tutta la sua bellezza senza tralasciare i dettagli.
Giovanni invece, detto anche Giambellino, seppur apprendendo lo stile del padre e del fratello, preferisce dipingere utilizzando linee più marcate dimostrando di aver appreso le nuove tecniche artistiche introdotte da Donatello e Mantegna. Il contatto con Antonello da Messina è ancora più evidente nell’equilibrio compositivo e nelle dolci gradazioni di colore. Giovanni quindi inizia ad aprire le porte a quello che sarà il grande periodo del Rinascimento.


Giovanni Santi e Raffaello Sanzio
Quando pensiamo alla figura di Raffaello ci viene subito in mente il suo maestro, il Perugino, da cui ha ripreso la grazia e l’eleganza nella raffigurazione dei personaggi. Eppure il suo primo maestro fu proprio il padre: il pittore Giovanni Santi.
Sfortunatamente la figura di Giovanni è stata completamente messa in ombra dalla grandezza del figlio ed è stato solo in anni recenti che si è iniziato a rivalutarlo artisticamente.
Padri e figli: Jacopo Tintoretto e Domenico Robusti
Se Raffaello è più famoso del padre, nel caso del Tintoretto quasi non si conosce la carriera artistica del figlio.
Jacopo Robusti, semplicemente chiamato Tintoretto, irrompe nella scena veneziana nel Cinquecento quando la figura di Tiziano inizia a subire un lento declino. La sua pittura suscita da subito un grande interesse grazie ai lampi di luce che rendono la raffigurazione drammatica.
Il figlio Domenico ha la “sfortuna” di essere soprannominato anche lui Tintoretto tanto che molto spesso i due artisti vengono confusi e ci sia la tendenza a pensare a Jacopo. Domenico cresce sotto la spinta del padre tanto che già all’età di 17 anni lavora con lui alla decorazione di Palazzo Ducale a Venezia.


Orazio e Artemisia Gentileschi
I Gentileschi sono forse una delle coppie di padri e figli più conosciute, attivi nel corso del Seicento e fortemente influenzati dalla pittura di Caravaggio.
Orazio, terzo di tre fratelli anche loro artisti, nacque a Pisa nel 1563 e si formò a sua volta presso la bottega del padre. Quando Orazio arriva a Roma conosce Caravaggio e tra i due si crea subito un rapporto di amicizia, nonostante Gentileschi avesse otto anni in più.
Grazie a questo incontro la sua tecnica pittorica cambia introducendo giochi di luci e ombre tipiche del giovane artista.
Artemisia Gentileschi nasce proprio a Roma e fin dai primi anni dimostra una grande passione per il disegno. Il padre le insegna tutti i trucchi del mestiere anche se, come succede in ogni famiglia, i rapporti conflittuali non mancano. La ragazza infatti manifesta un carattere indipendente, non comune per le donne dell’epoca.
All’età di 18 anni Artemisia lavora nella bottega di Agostino Tassi, amico del padre, dal quale si era recata per migliorare le tecniche nell’utilizzo della prospettiva. Tuttavia questa esperienza risultò drammatica in quanto subì violenza dallo stesso Tassi, che dopo un lungo processo, fu costretto a sposarla. Il matrimonio riparatore durò però pochissimi mesi.
Questa sua esperienza ha influenzato notevolmente la sua arte, creando opere di forte intensità drammatica.
Padri e figli: Giambattista Tiepolo e i figli Giandomenico e Lorenzo
Dopo un periodo di stallo della pittura veneziana nel corso del Seicento, il Settecento vede una grande rinascita con i fasti e la leggerezza delle opere eseguite da Tiepolo e dai figli. I tre artisti non lavorano solo a Venezia, ma risultano attivi anche in Germania e Spagna.
Gli affreschi scenografici di Giambattista rientrano in pieno stile Rococò: la luminosità, gli audaci scorci, la grande illusione prospettica fanno di lui uno dei più importanti artisti del secolo.
Giandomenico già all’età di 13 anni diventa il suo più grande collaboratore ereditando lo stile e dopo la morte del padre, avvenuta in Spagna, ritorna a Venezia. La sua formazione non gli impedisce di dipingere opere di grande originalità come scene satiriche e grottesche della vita veneziana accanto a quadri di soggetto sacro.
Anche Lorenzo ha lavorato a fianco del fratello e del padre entrando ne “La Franglia”, una confraternita di pittori veneziani che però abbandonò nel 1762. A questo punto decide di lasciare Venezia per raggiungere il padre a Madrid dove vi rimase per tutta la sua vita.
Ettore e Michelangelo Pistoletto
Michelangelo Pistoletto è un artista contemporaneo, attualmente in vita, nato a Biella nel 1933 e al Castello di Rivoli, in provincia di Torino, è conservata una delle sue opere più famose: la Venere di stracci. Anche lui si forma presso lo studio del padre, Ettore.
Ettore Pistoletto era nato in Val Di Susa e rimase fortemente legato alla sua terra dipingendo prevalentemente paesaggi e nature morte, oltre ad essere un rinomato restauratore di quadri antichi. A causa di una meningite, all’età di 8 anni diventò sordo, ma questo non gli impedì di diventare un artista molto apprezzato.
Michelangelo sostiene che la sordità del padre abbia influito sul suo modo di vivere imparando a osservare la natura in modo dettagliato, piuttosto che ascoltare i suoni. Imparò la storia dell’arte attraverso i lavori di restauro del padre e lo seguì in tutti i suoi lavori imparando in questo modo la tecnica del disegno e del colore.
Michelangelo Pistoletto è tra gli artisti italiani più rinomati e le sue opere sono conservate in numerosi musei italiani e stranieri. Attualmente sono in corso due mostre a lui dedicate. Fino al 6 giugno 2023 sarà possibile visitare a Milano a Palazzo Reale Michelangelo Pistoletto. La pace preventiva, mentre fino al 15 ottobre 2023 a Roma al Chiostro del Bramante Michelangelo Pistoletto. Infinity l’arte contemporanea senza limiti.
Articolo di: Elena Bruno