David Hockney: vita, opere e curiosità
David Hockney nasce il 9 luglio 1937, a Bradford, in Inghilterra, e cresce in una “famiglia operaia radicale”, definita così da lui stesso.
La mamma Laura ha cresciuto i propri figli secondo la regola metodista proibendo loro di fumare e bere in casa.
Il padre Kenneth, invece, durante la seconda guerra mondiale, si era schierato come obiettore di coscienza rifiutandosi di combattere.
Nel 1953, Hockney si iscrive al College of Art e, cresciuto all’ombra di Bacon e Kitaj, inizia a dipingere le prime opere ad olio. Nell’estate del 1957 si laurea con lode e, nel ‘59, si iscrive alla scuola di pittura del Royal College di Londra. Nell’estate del 1961 si reca a New York con l’amico Mark Berger e, per pagarsi il viaggio, Hockney vende alcuni suoi dipinti.
Rimane in America fino alla fine del 1963 iniziando poi la sua carriera come insegnante universitario. Hockney è stato riconosciuto come uno dei maggiori esponenti della pop-art dopo la sua famosissima serie di oli realizzati dal 1967 che ritraggono le piscine delle ville di Los Angeles.
Colori squillanti, indifferenza alla presenza umana, lucentezza e riflessi dell’acqua, sono le caratteristiche di queste opere; ma l’attività di Hockney non può essere relegata al solo orizzonte pop.


Molto nota è la sua attività con la fotografia Polaroid: le sue serie “Joiners” sono opere formate con l’accostamento di numerosissime foto polaroid scattate a brevissima distanza di tempo, ma non simultaneamente e solo su un particolare del soggetto. Poi riassemblate a ricostruire quel soggetto che, in questo modo assume la fisionomia e l’idea di un’opera cubista. Un artista dunque, poliedrico che si è distinto in varie arti come la pittura, la fotografia, la scenografia ed altro ancora. Il ritratto e il paesaggio panoramico sono i suoi punti di forza anche se le scene in piscina occupano uno spazio centrale. Le sue opere sono frutto di un processo di osservazione e di riflessione e non di imitazione. Ha esposto nei musei più importanti del mondo tra cui il Museum of Modern Art di New York.


Qual è il dipinto di un artista vivente più pagato al mondo?
Portrait of an Artist (Pool with Two Figures)
È il 16 novembre 2018 quando la casa d’aste Christie’s New York ha venduto un grande quadro di David Hockney “Portrait of an Artist (Pool with Two Figures)”. L’opera, realizzata nel 1972, è stata acquistata per 90,3 milioni di dollari (79,5 milioni di euro) e l’acquirente è rimasto anonimo.
È un pomeriggio assolato e una luce accecante ritrae due uomini: uno, a bordo piscina, vestito elegantemente con una giacca rossa e i capelli biondi e un altro, in costume, intento a nuotare sott’acqua verso di lui.
La scena, sospesa e avvolta in un’atmosfera brillante, riprende una serie di fotografie scattate da David nei giardini di Kensington. Anche la piscina è tratta da una fotografia scattata nel sud della Francia nei pressi di Saint Tropez. L’uomo in piedi è il compagno dell’artista, il pittore Peter Schlesinger, e l’uomo che nuota è ancora il ritratto dell’artista stesso.
Quando David realizza questo dipinto, la relazione fra i due era ormai giunta al capolinea. L’opera è stata molto apprezzata per la semplicità dei personaggi e del paesaggio, per i colori luminosi che danno realismo e movimento ad un’opera che appare piatta.
Caratteristica è la scelta di scene e soggetti gay che, all’epoca, suscitavano scalpore nell’opinione comune. La piscina è considerata da sempre, nell’immaginario, come un simbolo di lusso. È il luogo dove ritrovare un rapporto stretto con la natura lasciandosi trasportare passivamente dall’acqua oppure affrontandola con l’energia del movimento. Osservando con attenzione, si può vedere come lo specchio d’acqua della piscina abbia la capacità di saper catturare la luce e contenere il corpo del nuotatore trasformando l’attimo in una eternità che non è possibile nella vita reale. Quando l’opera è stata venduta al prezzo 90,3 milioni di dollari ha segnato una cifra record. Attualmente si trova al terzo posto pur rimanendo, però, il dipinto più costoso per un artista vivente.


Si può disegnare con l’iPad?
L’arrivo della primavera
Sì e David Hockney ne è un esempio vivente.
Il pittore inglese per dipingere “L’arrivo della primavera” ha realizzato 52 quadri proprio con un iPad, uno strumento semplice da trasportare e sempre a portata di mano.
Per fare ciò, David ha dichiarato di aver utilizzato “un’applicazione che costa appena 8 sterline e che ti permette di dipingere con le dita sullo schermo, facendo il pennello grosso o fino, mescolando il colore, cambiando la luminosità”.
L’idea di dipingere la primavera nasce proprio al ritorno di Hockney nello Yorkshire in Inghilterra. In California, dove ha vissuto per trent’anni, la primavera è molto breve perché è sempre estate e questo spettacolo l’ha incuriosito così tanto da raffigurarlo.
L’opera, realizzata nel 2011, ha impegnato l’artista per ben quattro primavere: una per osservare il processo naturale della crescita delle foglie, la seconda e la terza per far volare la fantasia e preparare schizzi mentre la quarta per dipingere sull’iPad.
Hockney così si esprime nei confronti della tecnologia:
“L’arte deve capire la tecnologia, farla propria. La tecnologia ha sempre cambiato il senso delle immagini e le immagini sono il potere. Se l’arte fa a meno delle immagini, perde ogni possibilità, ogni potere. Ho cominciato prima a dipingere con l’iPhone. Poi, nel 2010, in California, ho subito acquistato l’iPad: in Inghilterra era sconosciuto, ancora non l’aveva nessuno”.
Questo quadro nasconde anche un’altra curiosità: diciotto telecamere mobili, attaccate alla jeep di Hockney, hanno filmato la primavera in ogni momento della sua evoluzione.
Perché David Hockney dipinge le piscine?
A Bigger Splash
L’opera, datata 1967 e ora alla Tate Gallery di Londra, rappresenta l’acqua della piscina in movimento dopo un tuffo ed è sicuramente l’opera più nota dell’artista anglo-californiano.
Si ritrovano qui tutti gli ingredienti che hanno fatto di lui un artista pop: oggetti e architetture semplificati, presenza-assenza delle figure umane, luminosità. Inoltre l’innaturalità dello “splash” in un ambiente così asettico, così sovrapposto alla luce solare, è l’unico elemento che fa ritornare alla pittura e non al “ritratto d’ambiente”.
È l’immagine di un piccolo mondo perfetto che potrebbe sembrare l’antitesi della malinconica visione della solitudine delle città americane, dipinte, qualche anno prima, da Edward Hopper. David Hockney arriva per la prima volta a Los Angeles nel 1963, un anno dopo essersi laureato al Royal College of Art di Londra. Innamoratosi della città, ritorna nel 1964 per stabilirsi fino al 1968. Dopo un periodo europeo, nel 1976 decide di prendere casa a Los Angeles dove passa la maggior parte del suo tempo.
In California tutti hanno una piscina perché il tempo molto gradevole dà l’opportunità di utilizzarla tutto l’anno così non viene considerata un oggetto di lusso, e questo affascina la fantasia artistica di David. Per questo motivo, tra il 1964 e il 1971 le piscine con il movimento delle sue acque diventano lo sfondo ideale di ogni suo quadro. Hockney così commenta il suo primo sorvolo sulla California, complice della sua storia d’amore con le piscine: “Sapevo istintivamente che mi sarebbe piaciuto, e quando stavo volando sopra San Bernardino e vidi tutte quelle piscine e quelle case e il sole, non mi sono mai sentito così elettrizzato dall’arrivo in una città”. I colori chiari, la gioia di vivere e l’ambientazione tipicamente losangelina del quadro attirano l’interesse dell’osservatore. La luce intensa e il piacere idilliaco della scena contrastano decisamente con il grigiore della sua terra natale, l’Inghilterra.


Gli amori di David Hockney
David Hockney è dichiaratamente omosessuale. Nel 1966, l’artista incontra all’Università della California a Los Angeles, Peter Schlesinger, uno studente di 18 anni e di 11 anni più giovane di lui che diventerà non solo il suo amante, ma anche una delle sue più grandi muse. È stato un colpo di fulmine per entrambi. David, ricordando il momento dell’incontro, così racconta:
“Ho visto Peter e ho pensato subito: è un vero californiano, è esattamente il tipo di ragazzetto stupendo e vigile che sognavo di vedere nella mia classe. Ho subito percepito che fosse talentuoso, intelligente e curioso”.
Interessante è leggere anche il ricordo di Peter:
“Era il primo giorno di lezione, il nuovo insegnante è entrato indossando un abito rosso, una cravatta a pois, cappello e occhiali da personaggio dei fumetti. Sono stato immediatamente attratto da lui perché era un grande insegnante di disegno, ma anche perché era diverso, divertente e simpatico. Ero timido e attratto da uomini più grandi di me.”
Poco dopo questa attrazione fatale, i due iniziano a frequentarsi. Hockney era già un artista di successo e il giovane Peter non si sente all’altezza della situazione. Il suo carattere timido e riservato non gli permette di emergere. Nel febbraio del 1971, Peter riceve un invito a cena alla quale lui parteciperà da solo, senza il suo compagno: qui incontra Eric Boman, un illustratore svedese, del quale si innamora perdutamente fino ad arrivare alla rottura completa con David. Eric e Peter rimarranno insieme per ben 51 anni e ad Hockney servirà moltissimo tempo prima di accettare la conclusione della loro storia d’amore durata 5 anni.
Curiosità su David Hockney
“A Bigger Splash”, un docufilm del 1973 realizzato da Jack Hazan, è uno dei primi film che parla di un amore omosessuale in un epoca dove non era ancora facile esporre tali argomenti. David ha tre grandi passioni nella vita: dipingere, fumare e i soldi. Inizia a dipingere a 8 anni, fuma da più di 60 anni e ama i soldi perché “possono aiutarmi a vivere meglio e mi permettono di dipingere con tranquillità. Con i soldi posso comprare colori migliori, pennelli migliori, tele migliori: non vorrei mai che i miei dipinti diventassero meno brillanti”.
David Hockney: l’artista geniale e ribelle che sa rappresentare lo stesso luogo da molteplici angolazioni per regalare emozioni uniche.