La Donna nell’Arte
Introduzione
La donna nell’arte: Il corpo femminile è da sempre soggetto/oggetto principale della rappresentazione artistica, dall’antichità ai nostri giorni. La raffigurazione della donna nell’arte è lo specchio della cultura e della società in cui viene concepito.
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La donna nell’arte nell’età preistorica
Le prime raffigurazioni del donne nell’arte risalgono all’età preistorica con le Veneri del Paleolitico, rappresentazione simbolica del corpo femminile come madre terra, che incarna l’abbondanza, la prosperità e la fecondità della donna, tanto che la caratteristica principale di queste statue è l’ipertrofismo del ventre, dei seni e dei fianchi, che sono appunto simboli di fertilità, che vanno ad enfatizzare il ruolo riproduttivo della donna.


Nell’iconografia classica i soggetti femminili principali che troviamo rappresentati sono le divinità, come Atena, e soprattutto Venere, i cui corpi rispecchiano la realtà.
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Non solo la raffigurazione è fedele al reale, ma cerca di rappresentare sia la perfezione fisica che le virtù morali.
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La donna nell’arte del Medioevo
In epoca medievale la raffigurazione della donna è legata per lo più a rappresentazioni religiose, della Madonna e delle sante.
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Le rappresentazioni spaziano dalle miniature, ai dipinti alle sculture, e tutte vedono il corpo della Vergine avvolto nel suo velo, che stringe tra le braccia un bambino, o riceve l’annunziazione dall’arcangelo.
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In questo caso vediamo come la raffigurazione femminile sia fortemente legata all’influsso del Cristianesimo e ad una visione teocentrica della società.
La donna nell’arte del 400′
A cavallo tra il 1400 ed il 1500, la rappresentazione artistica del corpo femminile è valorizzata dall’armonia e dalla grazia.
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La donna diventa espressione simbolica di amore, rappresenta allegorie, e figure mitologiche come ad esempio nelle opere del Botticelli.
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Le forme del suo corpo vengono raffigurate morbide ed avvolgenti.
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Questo è un momento culturale molto florido, dove oltre alle rappresentazioni allegoriche, si sviluppa il ritratto, altro genere pittorico ampiamente praticato nell’epoca rinascimentale dove il modello femminile per eccellenza è rappresentato dalla carnagione chiara e lineamenti eleganti.
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La donna nell’arte del 600′
Il secolo successivo il Seicento vede a Roma il sorgere dello stile Barocco che porta diverse raffigurazioni del corpo femminile, sia come soggetto di scene religiose, ad esempio nella scultura del Bernini L’estasi di santa Teresa, o la Morte della Vergine di Caravaggio , opere al di sopra dei canoni religiosi del tempo, o con temi come Giuditta e Oloferne, come ad esempio quella raffigurata da Artemisia Gentileschi.


Spostandoci nel nord-Europa, nello stesso secolo possiamo ammirare la donna rappresentata nelle scene di genere, intenta ad azioni di vita quotidiana, come un esempio Donna che sbuccia le mele di Pieter de Hooch del 1663.
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La donna nell’arte dell’800′
La donna nell’arte: Successivamente nell’ottocento e nel novecento la raffigurazione del corpo della donna, si connota di una forte sensualità ed espressività, sottolineando il lungo e tortuoso percorso di emancipazione della donna.
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opere


Annunciazione e i santi Ansano e Massima
Simone Martini (Siena 1284 circa – Avignone 1344) e Lippo Memmi (Siena documentato dal 1317 al 1347)
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L’ambiente in cui si svolge la scena non è definito, la Vergine seduta e avvolta nel suo velo si ritrae, appare spaventata. I pochi elementi raffigurati rappresentano lo stile di vita dell’epoca.
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In alto, al centro della scena, è raffigurato lo Spirito santo in forma di colomba circondata da angeli, allineato al vaso con i gigli, simbolo del figlio di Dio e della purezza di Maria.
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La Primavera
Sandro Botticelli (Firenze 1445 –1510)
La donna nell’arte: La raffigurazione pittorica mostra nove figure della mitologia classica su un prato fiorito, immerse in un bosco di aranci e alloro.
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A sinistra danzano in cerchio le tre Grazie, divinità minori , e Mercurio messaggero degli Dei con indosso elmo e calzari alati, che sfiora una nuvola.
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Il centro della composizione è dominato da Venere e Cupido, raffigurato bendato mentre scocca il dardo d’amore. In primo piano a destra, Zefiro abbraccia e feconda la ninfa Clori, raffigurata poco oltre nelle sembianze di Flora, dea della fioritura.
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L’opera celebra l’amore e la prosperità; la vegetazione scura è rischiarata dall’abbondanza di fiori e frutti, sono state riconosciute ben 138 specie di piante diverse, accuratamente descritte da Botticelli.
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L’Amor sacro e Amor profano , Tiziano
olio su tela (118 × 279 cm) di Tiziano, Galleria Borghese di Roma.
La rappresentazione si apre su un paesaggio bucolico con due donne, una vestita e una seminuda.
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Le due donne che rappresentano rispettivamente l’amore sacro e l’amore profano, presentano una fisionomia identica, questo sottolinea come ogni persona possiede caratteristiche di natura opposta, in questo caso l’amore sacro /divino e l’amore profano /passionale.
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L’opera sta a rappresentare le diverse sfaccettature della donna: carnale e spirituale.
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La giovane di sinistra indossa un abito bianco stretto in vita da una cintura dorata, le maniche sono molto ampie avvolgono le sue braccia. La ragazza di destra è nuda e solo in parte coperta da un panno stretto intorno ai fianchi, un mantello rosso ricade sino a terra.
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Le giovani sono sedute su un sarcofago adibito a fonte, con Eros rappresentato al centro tra le due giovani che gioca con l’acqua cristallina


La Libertà che guida il popolo
La donna nell’arte: Questo dipinto raffigura la personificazione della Francia, Marianne simbolo di libertà, rappresentata come una donna, in modo molto realistico che guida il popolo alla lotta contro l’oppressore.
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Marianne è raffigurata nell’attimo in cui avanza sulla barricata, con la mano destra sventola il tricolore francese, mentre con la sinistra tiene un fucile con baionetta, dettaglio che suggerire una sua diretta partecipazione alla battaglia.
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È rappresentata con abiti contemporanei, e indossa un berretto frigio, simbolo repubblicano dei rivoluzionari, ha il seno scoperto e i piedi nudi.
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La sua posa è volutamente monumentale e impetuosa: la Libertà sta esortando il popolo a seguirla e a ribellarsi contro la politica reazionaria di Carlo X.
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Sogni
Vittorio Corcos,1896
Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
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La donna nell’arte: Questo dipinto è il ritratto di Elena Vecchi, figlia dello scrittore Augusti Vecchi. La raffigurazione è realistica, la giovane è ritratta con estrema naturalezza, Corcos la rappresenta negli abiti dell’epoca su una panchina, sulla quale ha appoggiato il suo cappello, tre libri e l’ombrellino da passeggio.
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Lo sguardo della ragazza è fiero e diretto all’osservatore, poggia la testa sulla mano e fissa dritto negli occhi, con sicurezza, l’osservatore.
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Le gambe sono accavallate, in una posizione che, all’epoca, non era ritenuta decorosa.
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Il dipinto fu mostrato per la prima volta a Firenze, alla Festa dell’Arte e dei Fiori, nel 1896. Fu acquistata dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, nel 1897, dov’è esposta ancora oggi.
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