Cos’è il realismo emotivo? l’emozione nella realtà

Il realismo emotivo

Cos’è il realismo emotivo?

Il “realismo emotivo” è una corrente artistica ancora poco conosciuta ma destinata a far parlare di sé. Ha origini molto recenti e Tiziana Tardito è considerata la capostipite di questa arte. È l’espressione non solo di un’alta capacità pittorica, di una particolare bravura ma è il desiderio di inserire all’interno di ogni quadro l’aspetto emotivo dell’artista che diventano anche le emozioni del visitatore. Una spirale di sentimenti che avvolge l’animo di chi guarda conducendolo all’interno del quadro per vivere in prima persona l’esperienza della realtà. 

Il realismo emotivo
La loggia di Noale (VE), Tiziana Tardito

Il realismo emotivo di Tiziana Tardito

Tiziana giunge a creare questa nuova corrente artistica dopo aver dedicato all’arte più di 40 anni di esperienza. Nel corso della sua carriera artistica, la Tardito ha toccato vari punti partendo dall’astrattismo negli anni giovanili del liceo per poi passare allo studio di Salvador Dalì approdando alla realtà surrealista. Nel corso degli anni si è poi lasciata influenzare dalla pittura metafisica di De Chirico. In tutto ciò, però, il periodo artistico che lei ritiene fondamentale è l’800 francese con i suoi pittori.

Le sue opere giocano su numerosi effetti ottici che vanno dalla classica prospettiva ai punti di fuga. Le molteplici convergenze trasformano i suoi lavori in giochi prospettici dando l’illusione di poter viaggiare in 3D all’interno del dipinto. Pur essendoci vari punti di fuga, uno solo è il centro del quadro, il punto emotivamente più alto su cui cade subito l’occhio. La pastosità della pennellata rende reale l’emozione, i giochi di luce e colori, di chiaro e scuro e i contrasti cromatici non possono fare altro che accentuare il senso dell’”abitabilità” del quadro. 

La “Loggia di Noale” è un vero e proprio viaggio in ambienti di vita quotidiana dove, accanto all’austerità dell’architettura, trovano spazio anche elementi contemporanei come l’automobile e i segnali stradali. Grazie all’originalità delle sue opere, Tiziana ha ottenuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale: la Galleria Farini Concept di Bologna ha selezionato alcuni quadri dell’artista emergente che sono state esposte a Londra, in Croazia e a Parigi. Il critico d’arte Gennaro Corduas ha inserito il suo nome nel testo di storia dell’arte che avrà come destinazione il MET, Metropolitan Museum di New York. 

Il realismo emotivo
Florian Prünster, Ricordi 2019

Florian Prünster

Prünster è un artista poliedrico altoatesino nato a Merano. Nasce come autodidatta dedicandosi inizialmente alla pittura ad olio per poi passare alla ritrattistica abbracciando la corrente del realismo emozionale.

In ogni ritratto, il suo intento principale è quello di dare ad ogni volto quel carisma fondamentale per poter scavare dentro l’animo del personaggio. Nelle sue opere Florian trasmette il realismo delle emozioni attraverso una precisa connotazione dei particolari del viso. I suoi ritratti sono specchi dell’anima, sono emozioni dipinte sul volto.

In “Ricordi” la carta strappata apre il volto al ricordo senza confini penetrando nella coscienza del soggetto. Esemplare è la sua attenzione al dettaglio, agli occhi considerati la porta d’ingresso nell’anima come è da ammirare la sua abilità nell’utilizzare il chiaroscuro. L’amore per il dettaglio aiuta il visitatore a cogliere anche quei particolari che sarebbero sfuggiti. Ogni piega del viso, ogni ciocca di capelli è inserita al posto giusto con estrema bravura. Il tratto sensibile e preciso della sua matita disegna la bellezza della natura creativa che si riflette nella purezza dei suoi volti. Per raggiungere questi eccellenti risultati, Florian impiega anche 6 mesi pur di ottenere un volto “parlante” perché dietro ad ogni persona c’è la singolarità di ogni individuo con i propri stati d’animo.  

Il realismo emotivo
Sharing the silence, Steve Hanks

Steve Hanks

Steve Hanks è un pittore statunitense da poco scomparso. Nato nel 1949 a San Diego, il padre era un ufficiale militare durante la Seconda Guerra mondiale. Da ragazzo amava giocare a tennis e praticare il surf al largo delle spiagge californiane. Dopo il diploma, frequenta l’Accademia di Belle Arti a San Francisco ottenendo buoni risultati in grafica pubblicitaria e in figura. Approfondirà poi il discorso artistico frequentando il California College of Arts and Crafts.

I suoi tre figli, avuti con la moglie Laura, sono spesso i soggetti delle sue opere narrando la bellezza del mondo infantile legato alla meraviglia della maternità. È stato considerato dalla critica uno dei migliori artisti contemporanei su scala internazionale.

In “Sharing the silence”, i giochi di luce, la trasparenza dei veli, le ombre, i riflessi sono tutti elementi che fanno delle opere di Steve dei chiari esempi di perfetti realismi. I colori tenui trasmettono la magia di quel momento, la spensieratezza di una bambina e la sensualità femminile. Steve non ama ritrarre i suoi personaggi in primo piano e spesso li ritrae di spalle per far sì che lo stato d’animo del visitatore possa lasciarsi trasportare dall’immaginazione. Entrare nelle emozioni dei personaggi per cogliere il realismo di quel momento è la caratteristica principale della pittura di Steve. Parlando della sua arte, Hanks si autodefinisce “un realista emotivo”. “L’emozione è ciò che voglio rappresentare. Il realismo è il mio modo di realizzare un dipinto”. Il tratto distintivo di Steve Hanks ci aiuta a ritrovare nella bellezza della quotidianità la profondità delle emozioni

Il realismo emotivo
Il mascara di San Valentino, Banksy, 2023

Banksy

In questa carrellata di personaggi non poteva mancare Banksy, lo street artist misterioso che con le sue opere provoca in profondità le nostre coscienze obbligandoci a riflettere sulla realtà di alcune condizioni.

Il mascara di San Valentino” è un murale realizzato su un muro pochi chilometri a sud di Londra. Attraverso il suo stile tagliente, l’artista vuole far sentire la sua voce contro una piaga che è una realtà dei giorni nostri: la violenza domestica. In primo piano Banksy raffigura una donna nell’atto di gettare la spazzatura. Il suo abbigliamento è quello tipico della casalinga anni ‘60: grembiule blu, capelli corti e guanti gialli per lavare i piatti.

Ma se facciamo bene attenzione, notiamo che al posto del cassonetto della spazzatura c’è un vecchio elettrodomestico da cui spuntano due gambe. Queste due gambe vestono un paio di scarpe eleganti di vernice nera, tipiche di una calzatura maschile.  Dunque l’oggetto gettato via non è la spazzatura ma un uomo! Il volto della donna sorridente presenta i segni della violenza: ha un occhio tumefatto pur facendo l’occhiolino, un dente rotto e un livido ben evidente sullo zigomo.

Ecco spiegata la triste realtà del titolo dell’opera: “il mascara di san Valentino” incarna gli effetti drammatici della violenza sulle donne. Vittorio Sgarbi, parlando in generale di Banksy, così si è espresso:

“Banksy non è interessato a esibirsi, ma a documentare il suo tempo, con un realismo emozionale che esalta le circostanze della cronaca. È semplice, diretto. Banksy ribalta tutti gli schemi dell’avanguardia. È figurativo, è illustrativo, è narrativo, non vuole ingannare il popolo, non vuole inventare nuovi linguaggi, parla agli occhi e al cuore. La sua arte è profondamente pop perché è profondamente popolare”.

Parole che sembrano perfette anche per questa sua ultima opera. 

L’arte è stata e sempre sarà il canale principale per dare voce a emozioni e stati d’animo che non si possono descrivere con le parole. 

Articolo di Canti Franca

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