I peggiori restauri d’arte della storia

I peggiori restauri d’arte

I peggiori restauri d’arte: “ L’opera artistica è un documento storico ma anche un atto che esprime il mondo spirituale dell’ artista che assume un significato e diventa un prodotto speciale dell’attività umana” Cesare Brandi nella sua” Teoria del restauro“.

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In linea con quanto afferma il Brandi, storico dell’arte, gli interventi di restauro dovrebbero “teoricamente” tener conto di questo fondamentale principio . In realtà i restauri non sempre riescono bene oppure non sempre mettono tutti d’accordo!

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Ci sono i restauri condotti in modo impeccabile, che fanno riemergere colori perduti, che riescono a donare a un dipinto o a una scultura un aspetto simile a quello che poteva avere in origine.

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Ma come in ogni settore possono verificarsi degli imprevisti, possono dunque esserci restauri i cui risultati non sono dei migliori e dividono la critica, o ancora ci possono essere restauri disastrosi perché condotti da personale con nessuna competenza.

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Ecco un elenco dei peggiori restauri d’ arte.

OPERE DANNEGGIATE

ecce homo

1. “ECCE HOMO” -IL RESTAURO MOSTRUOSO DEL VOLTO DI CRISTO IN SPAGNA.

Più che di incidente, in questo caso parliamo di errore di valutazione. Siamo in Spagna (Aragona) l’affresco del Santuario della Misericordia di Borja, necessita di un restauro.

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L’opera è un Ecce Homo di Elías García Martínez (Requena, 1858 – Utiel, 1934), pittore spagnolo. Nel 2012 si ritenne di intervenire in virtù del fatto che la pittura murale novecentesca presentava buone parti di intonaco scrostate e colori molto spenti.

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L’incarico fu affidato alla parrocchiana ottantunenne Cecilia Giménez, una pittrice dilettante senza esperienza né qualifica in restauro. Fu proprio lei a proporsi, conquistando in poche settimane la fama mondiale per essersi resa artefice del peggiore restauro della storia. Infatti in Spagna molti hanno ironicamente ribattezzato l’opera “Ecce Mono”, ovvero “ecco la scimmia.

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Nonostante ciò, i flussi di visitatori incuriositi dal fenomeno mediatico non vennero meno, tanto che in quell’anno oltre 57.000 persone staccarono il biglietto dal costo di un euro per ammirare l’affresco. La vicenda ha ispirato anche un’opera teatrale e un documentario.

IL CASTELLO DI OCAKLI ADA

2. IL CASTELLO DI OCAKLI ADA

Fra I peggiori restauri d’arte. troviamo anche questo castello: Siamo in Turchia: nei pressi di Instabul, dove si trovano le rovine di una fortezza risalente a circa duemila anni fa. Fortemente diroccato, il castello nel 2015 vide finire un intervento di restauro durato molti anni, ma che snaturò completamente l’immagine dell’edificio.

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Fu ricostruito quasi ex novo: le mura vennero rese lisce, furono aggiunti merli e bizzarre finestre che sembravano gli occhi e la bocca di un personaggio da cartone animato, tanto che sui social il castello di Ocakli Ada fu ribattezzato “il castello Spongebob”, per la somiglianza con il noto personaggio dei cartoni o c’è chi lo paragona a un edificio costruito su Minecraft, un videogioco piuttosto popolare.

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A qualsiasi cosa somigli, sono in molti a non essere contenti del lavoro svolto.

IL CASTELLO DI MATRERA

3. IL CASTELLO DI MATRERA

Fecero il giro del mondo le immagini del Castello di Matrera in Andalusia,( Spagna), una fortezza del IX secolo, che nel 2015 subì un restauro estremamente discusso, che invece di conservare le porzioni sopravvissute del castello diroccato, costruì ex novo dei volumi squadrati ai quali furono applicate le pietre della vecchia fortezza.

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L’architetto responsabile del restauro, Carlos Quevedo Rojas, spiegò che non voleva procedere solo con un restauro conservativo, ma che voleva ripristinare i volumi, la forma e la tonalità che la torre aveva in origine, facendo sì che risaltasse la differenza tra le aggiunte e la vecchia struttura.

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Le opinioni si divisero tra chi considerava il restauro un disastro (sulle pagine del Guardian, il giornalista e architetto Oliver Wainwright parlò di un “restauro Frankenstein”)

e chi invece lodava il tentativo di restituire al castello le originarie forme moresche.

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E in certi ambienti fu così apprezzato da finire nella finale di un premio di architettura, l’Architizer A+ Award, e da riportare addirittura la vittoria nella categoria “conservazione”.

 LA BARBA DI TUTANKHAMON

3. LA BARBA DI TUTANKHAMON

Verso la fine del 2014,

qualcosa andò storto durante le operazioni di pulizia di uno dei reperti più famosi del Museo del Cairo, in Egitto: la maschera del faraone Tutankhamon. Questo fatto gli ha permesso di accedere alla classifica dei peggiori restauri d’arte

Per la barba di Tutankhamon | Mondo Tempo Reale

I dipendenti incaricati di togliere la maschera della sua vetrina per procedere con la pulizia,

inavvertitamente staccarono la barba dal mento del faraone, e sperando di passare inosservati (e, ovviamente, senza dire niente a nessuno)

ebbero la bella idea di riattaccarla con della colla industriale a presa rapida, di quelle che si trovano comunemente in commercio.

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Ma non solo: per rimuovere le gocce di colla che, a causa dell’imperizia dei dipendenti, erano colate sul mento di Tutankhamon,

i lavoratori tentarono di raschiarle via finendo però col graffiare l’opera.

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Nel 2015, notato il danno , il restauro fu commissionato a un team di professionisti, effettuato con materiali più adatti (ovvero fissanti utilizzati all’epoca del faraone)

E ovviamente, per i responsabili dell’incauto restauro, si sono aperte le vie della giustizia.

 IL BUDDHA DI ANYUE

4. IL BUDDHA DI ANYUE

Opera risalente all’XI secolo, la scultura del Buddha di Anyue, (Cina meridionale) nel 1995 subì un pesante intervento di restauro probabilmente per opera di un restauratore dilettante, .

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Tuttavia, il caso emerse soltanto nel 2018, quando Xu Xin, guida turistica e appassionato di archeologia,

pubblicò sui suoi profili social le foto del Buddha restaurato (alla pietra erano stati applicati colori acidi che avevano reso il personaggio, anche in questo caso, simile a un cartone animato, in totale spregio dell’aspetto originario dell’opera), che diventarono virali e costrinsero le autorità a prendere posizione sulla vicenda.

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4. IL GRUPPO SCULTOREO MARTE E VENERE

 IL GRUPPO SCULTOREO MARTE E VENERE

Le integrazioni volute da Silvio Berlusconi.

Singolare è il caso italiano avvenuto nel 2010, quando Silvio Berlusconi è presidente del consiglio dei ministri,

e da quell’anno un gruppo scultoreo del II secolo, raffigurante Marte e Venere, viene temporaneamente prestato a Palazzo Chigi.

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Berlusconi evidentemente non sopporta il fatto che al gruppo, ritrovato nel 1918 a Ostia,

manchino alcune porzioni (entrambe le mani di Marte, la mano destra di Venere, il pomello della spada di Marte), così chiede insistentemente che le lacune vengano risarcite.

 IL GRUPPO SCULTOREO MARTE E VENERE

La presidenza del consiglio stanzia 70mila euro per le integrazioni e l’intervento viene condotto, contro ogni criterio di scientificità che,

nella moderna teoria del restauro, non prevede che vengano fatte aggiunte a opere antiche che manchino di alcune delle loro parti.

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Si cercò, tuttavia, di intervenire col minor danno possibile: l’operazione fu presentata come un intervento di manutenzione estetica totalmente reversibile. Infatti già nel 2012 si procedette con la rimozione e l’anno successivo le statue furono trasferite.

 IL GRUPPO SCULTOREO MARTE E VENERE

In conclusione, potremmo dire che la sfida per il futuro del mantenimento delle opere artistiche è di saper trovare il giusto compromesso tra la volontà di migliorare l’opera e il rispetto dell’intenzione dell’artista e del momento storico. Visti i risultati …Ardua impresa!

Articolo scritto da Marianna Sesta

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