Van Gogh e la doppia tela

Van Gogh e la doppia tela:

Oggi vi racconto una storia su un quadro rimasto avvolto nel mistero per molto tempo e di cui è stato finalmente svelato l’arcano. A quanto pare il pittore coinvolto sarebbe il famoso Van Gogh, pittore post-impressionista olandese, oggi considerato uno dei più grandi pittori del XIX secolo.

Autoritratto di Van Gogh
Autoritratto” – Van Gogh

Van Gogh e la doppia tela

Il dipinto di cui ci occupiamo in questo articolo è «Natura morta con fiori di campo e rose» esposto al Museo Kröller-Müller (la seconda casa di Vincent van Gogh. Con quasi 90 dipinti e oltre 180 disegni, il museo possiede la seconda maggiore collezione al mondo delle opere di Van Gogh) sito in Olanda.

Fiori di Van Gogh
Natura morta con fiori di campo e rose” (1886)

Un quadro risalente al 1886 e che fino ad oggi era stata attribuito ad un pittore anonimo. Il museo privato aveva acquistato la grossa tela (100 per 80 centimetri) nel 1974.

E già allora gli esperti sospettavano che potesse essere di van Gogh (1853-1890). È noto infatti che Van Gogh usasse riutilizzare le tele per dipingervi nuove opere (in totale almeno un terzo dei suoi quadri), e da tempo le scansioni ai raggi X hanno rivelato tracce dei dipinti nascosti.

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Finora però, le tecniche utilizzate non sono state in grado di restituire con chiarezza i particolari delle tele “riciclate”. Inoltre sul dipinto mancava la caratteristica firma del famoso pittore. Il formato anche era insolitamente grande per i suoi quadri di nature morte. Il museo pagò una grossa cifra per averlo con l’intenzione di studiarlo e analizzarlo per scoprire finalmente la sua identità.

Museo di Van Gogh
Esposizione di Van gogh al museo Kröller-Müller

Van Gogh e la doppia tela: Già nel 1998 si erano individuati i profili di due uomini, segreto celato dai colori e dalle forme di quei fiori appassiti. Grazie alle nuove tecnologie è stato possibile compiere dei rilievi più accurati e precisi: attraverso la tecnica di scansione della macro-fluorescenza a raggi X, eseguita con l’elettrosincrotrone DESY nei laboratori dell‘università di Amburgo, l’immagine dei due lottatori è diventata finalmente più nitida, svelando il grande arcano.

Van Gogh pugili
i pugili nascosti sotto i fiori

Confermata dal Van Gogh Museum di Amsterdam e dal Kroller-Muller, la scoperta fa luce finalmente sul dipinto.

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Analogie storiche curiose

Alla fine del 1885, il pittore olandese si era trasferito dal piccolo centro di Neunen verso Anversa, dove rimase per i primi mesi dell’anno successivo, fino a decidere di spostarsi verso la Francia.

Risale al tempo della sua permanenza nella città olandese una delle tante epistole all’indirizzo del fratello Théo, in cui il giovane artista chiede un aiuto in denaro che gli consenta di acquistare una tela sulla quale aveva intenzione di ritrarre proprio due lottatori, secondo le modalità che l‘École des Beaux-Arts di Anversa suggeriva ai propri allievi.

Theo van Gogh
Theo van Gogh .(1882)

In più anche la tavolozza di colori con i pigmenti analizzati corrisponde a quella utilizzata da Van Gogh proprio in quel periodo.

Possiamo dire per certo che ci sono due opere in più di Van Gogh in circolazione facendo cosa gradita a tutti gli appassionati del pittore e al mondo dell’arte.

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Ora la tecnica verrà applicata agli altri dipinti, per portare alla luce gli altri “doppi” di Van Gogh e non solo. E noi di Arte in Breve saremo pronti a raccontarveli.

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Articolo di: PSICHE

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