Curiosità sull’Ultima Cena di Leonardo

Ultima cena di Leonardo da Vinci
Ultima Cena

Curiosità sull’Ultima Cena : L’“Ultima Cena” di Leonardo, dipinta tra il 1494 e il 1498 per volere di Ludovico il Moro, è conosciuta come il “Cenacolo”. Attualmente si trova ancora nella stessa posizione dove è stata dipinta dall’artista stesso: nella sala da pranzo dell’antico convento domenicano annesso alla chiesa di Santa Maria delle Grazie in Milano.

È un’opera di enorme dimensione, 4,60 metri di altezza per 8,80 metri di larghezza, ed è considerato il dipinto murale più importante al mondo. Questa opera segna l’ingegno multiforme di Leonardo e anche il suo desiderio infinito di sperimentare nuove tecniche sostenuto dalla sua sconfinata curiosità. In questa opera di grande composizione artistica, Leonardo pone particolare attenzione alle emozioni umane e alla sua espressione. Siamo nel momento più drammatico della vita di Gesù quando Egli annuncia il tradimento ad opera di uno dei suoi discepoli dicendo parole che pesano come macigni: “In verità uno di voi mi tradirà”.  

Rovina dell'ultima cena di Leonardo
Stato di deterioramento prima del restauro

Perché il dipinto si è rovinato subito?

Molte sono le motivazioni per cui il “Cenacolo” si è deteriorato.

Certamente la prima motivazione sta nella tecnica utilizzata: l’“Ultima Cena” non è un “affresco” ma un dipinto “a secco” con tempera su intonaco asciutto. E perché Leonardo ha utilizzato questa tecnica? Perché amava dipingere lentamente per poter modificare gli eventuali errori e ciò è impossibile con la tecnica dell’affresco. Inizialmente i risultati sono stati ottimi poiché gli Apostoli apparivano vivi ma nel giro di un paio di decenni il dipinto ha iniziato a deteriorarsi perdendo la sua brillantezza di colori e presentando numerose crepe sulla sua superficie.

Inoltre si deve considerare anche l’incuria dei frati del tempo che decidono di aprire una nuova porta andando ad eliminare le gambe di Gesù.

Nel 1796, durante l’occupazione francese, il convento viene utilizzato come deposito e stalla.

Infine, con i bombardamenti alleati su Milano del 1943, una bomba distrugge il refettorio di S. Maria delle Grazie ma miracolosamente si salva la parete con il dipinto. Proprio per questi motivi, il dipinto ha avuto bisogno, nel corso dei secoli, di numerosi restauri. 

Giuda ultima cena di Leonardo
Giuda rovescia la saliera

Un’altra curiosità sull’Ultima Cena

Perché rovesciare il sale porta male?

Nell’iconografia classica, l’Apostolo Giuda è sempre rappresentato di spalle oppure in un angolo. Leonardo infrange anche queste regole e lo posiziona nel centro tra altri discepoli seguendo fedelmente le indicazioni del Vangelo.

Infatti secondo il Vangelo, Giuda, il traditore, si trovava vicino a Gesù: “Colui che ha messo con me la mano nel piatto, costui mi tradirà”.

È facilmente riconoscibile per la sua posizione ritrosa quasi a volersi staccare da quel momento profetico: la sua mano destra avidamente stringe il sacchetto contenente i trenta denari e la sua mano sinistra si protende nel piatto, proprio nel momento in cui anche Gesù sta intingendo la sua.

Inoltre con un movimento brusco del braccio destro, proprio quello che stringe il sacchetto con i denari, fa rovesciare la saliera: un segno considerato nefasto già dai tempi antichi e che Leonardo ha voluto sottolineare facendolo diventare una delle superstizioni più popolari. Il sale nel Levitico, il terzo libro della Bibbia, era considerato simbolo del legame tra Dio e l’umanità: così facendo Giuda rifiuta l’Alleanza divina.  

Personaggi Ultima cena di Leonardo da Vinci
I nomi dei discepoli

Questa curiosità sull’Ultima Cena è incredibile!

Cosa fanno i discepoli?

Leonardo nel suo “Trattato della Pittura” scrive che il bravo pittore deve saper rappresentare non solo l’aspetto esteriore dell’uomo ma anche i suoi pensieri e le sue emozioni.

Nell’“Ultima Cena”, Leonardo mette in atto questa sua teoria rappresentando personaggi che portano in sé emozioni e sentimenti rendendoli vivi e che dominano la scena contrapponendosi: dallo stupore alla meraviglia, dalla rabbia all’incredulità.

Al centro Gesù che, dopo aver pronunciato la frase del tradimento, ha quattro gruppi di tre figure ai suoi lati che si chiedono, stupiti, chi sarà il traditore.

In mezzo all’agitazione generale, Gesù e Giuda sono gli unici a rimanere immobili.

Giuda è l’unico ad avere il volto in penombra. Bartolomeo, il primo da sinistra, ha entrambe le mani appoggiate sul tavolo; Giacomo il Minore tocca la spalla di Pietro mentre Andrea rimane immobile al suo posto alzando entrambe le mani in un gesto di innocenza. Pietro sussurra qualcosa nell’orecchio di Giovanni mentre Giuda appare isolato e staccato in questo drammatico momento. Al fianco di Gesù, Giacomo Maggiore allarga le braccia; Tommaso è raffigurato con il dito alzato verso l’alto mentre Filippo è in piedi con le mani sul petto. E poi Matteo che tende le mani verso Gesù ma ha il volto rivolto verso Simone mentre Taddeo ha le mani alzate verso l’alto. È impossibile non riconoscere in questa rappresentazione la teoria dei moti dell’animo codificata da Leonardo. 

La mano con il coltello

Chi impugna il coltello?

Dietro la figura di Giuda, compare una mano che brandisce un coltello.

Ma di chi è quella mano? Non può essere di Giovanni perché ha le mani incrociate sul tavolo. Non può essere di Giuda perché con una mano tiene il sacchetto con i denari mentre l’altra è protesa verso Gesù. Sarà allora la mano di Pietro, il capo della chiesa? Se fosse così, Pietro sarebbe stato dipinto con una torsione del polso quasi innaturale.

Questo strano movimento si potrebbe spiegare in prima battuta con una alzata veloce dal tavolo, in linea con l’indole irruente di Pietro: si appoggia sul tavolo con la mano destra che brandisce un coltello, magari utilizzato per tagliare i cibi di quella sera.

Di lì a poco, però, Pietro userà quello stesso coltello, nell’orto degli Ulivi, per tagliare l’orecchio a Malco, il servo del Sommo sacerdote Caifa. E l’impugnare del coltello potrebbe essere anche la causa per cui Giuda, spaventato dal gesto dell’irrequieto Pietro, si spinge in avanti rovesciando la saliera. Una seconda motivazione di questa torsione potrebbe essere causata dal gesto di Pietro che estrae il coltello dal fodero appeso all’abito pronto a colpire il traditore.

Ancora secondo altre interpretazioni, il dipinto proprio in quel punto, sarebbe ceduto quasi immediatamente perdendo la figura del braccio a cui apparteneva la mano. Per cui, seguendo alcune tesi, sarebbe stato chiamato successivamente un altro artista per il restauro. Ma, non sapendo a chi appartenesse la mano con il coltello, si sarebbe inventato una posizione fittizia per ricongiungere la mano ad un personaggio mancante di mano destra. Quale sarà la vera interpretazione? A voi l’ardua risposta.  

Chi c’è al fianco di Gesù?

Non c’è dubbio: al fianco di Gesù è rappresentato Giovanni, il discepolo più amato. A causa della sua giovane età, Giovanni è dipinto come un giovane con tratti maschili ancora incerti e privo di barba. 

Cibo Ultima cena di Leonardo da Vinci
Anguille alla griglia con fettine d’arancia

Cosa ha mangiato Gesù quella sera? 

La Cena pasquale prevedeva un pasto rituale per ricordare il passaggio degli ebrei dalla schiavitù dell’Egitto alla libertà della terra promessa. Dunque si mangiavano erbe amare, pane azzimo, charoset (un dolce ebraico), agnello arrostito, accompagnato da vino e acqua salata. Le pietanze che, invece, si trovano sulla tavola dell’ultima cena di Leonardo sono completamente diversi e riprendono i gusti dell’epoca a lui contemporanea: troviamo una saliera, pesce, pani ben lievitati, melagrane e addirittura l’anguilla alla griglia con fettine d’arancia. Quest’ultimo era un piatto tipico per i banchetti delle feste rinascimentali ma sicuramente Gesù non ha potuto gustare questo cibo. Infatti, la coltivazione delle arance è iniziata verso il IX secolo in Arabia mentre l’anguilla, considerata un animale impuro, era proibita nella tradizione ebraica.

Punto di Fuga dell'ultima cena di Leonardo da Vinci
Punto di fuga

Che cosa si è scoperto con l’ultimo restauro?

Una delle curiosità sull’ultima cena più incredibile, è che l’ultimo restauro del Cenacolo Vinciano, iniziato nel 1977 e conclusosi nel 1999 sotto la guida esperta di Pinin Brambilla Barcilon, ha permesso il recupero della quasi totalità del dipinto restituendoci un’opera molto vicina all’originale.

Ad esempio, all’altezza della testa di Cristo sono stati notati i segni di un buco che sarebbe servito a Leonardo da Vinci come “punto di fuga” per tutto il disegno prospettico dell’opera.

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Questo accorgimento ha creato un effetto spaziale illusorio allargando lo spazio reale del refettorio grazie ad un abile gioco prospettico creato dalla luce che arriva sia dalle finestre che si trovano alle spalle di Gesù sia da quelle laterali che realmente si trovano nel refettorio.

Un altro particolare rinvenuto sono i capelli di san Matteo che si erano trasformati da biondi a scuri, così come le labbra di alcuni discepoli che, in origine aperte in segno di stupore, sono state chiuse.

Dopo quest’ultimo intervento, è stato necessario attivare una serie di accorgimenti per evitare che si possano creare le condizioni per un nuovo degrado dell’opera come il controllo della qualità dell’aria all’interno del refettorio, il limitato numero di visitatori per contenere l’aumento di umidità e i conseguenti effetti della condensazione del vapore acqueo, oltre al monitoraggio continuo dei parametri ambientali.

Pane e vino assenti

Perché manca il calice e l’Eucaristia?

Molte sono state le parole sprecate su questa probabile mancanza ma Leonardo, sempre ben attento ai soggetti che andava a dipingere, non ha commesso alcun errore. La mancanza del calice è giustificata dal fatto che l’episodio illustrato precede la consacrazione del pane e del vino.

Veduta paesaggistica dal monastero di San Calocero in Civate

Da dove ha tratto ispirazione Leonardo? 

Innumerevoli le ipotesi sui presunti luoghi che avrebbero ispirato Leonardo nella composizione del suo capolavoro. Secondo Vittorio Sgarbi, uno dei più autorevoli critici d’arte attuali, Leonardo avrebbe tratto ispirazione dall’Ultima Cena che si trova nella maestosa rocca Pallavicino Casali di Monticelli d’Ongina. All’interno si trova una piccola cappella di Corte risalente al XV secolo, opera di Bonifacio e Benedetto Bembo, celebri pittori lombardi, e voluta da Carlo Pallavicino, figlio di Rolando il Magnifico. Fra i numerosi affreschi presenti, ci sarebbe anche l’Ultima Cena che avrebbe ispirato Leonardo.

Altri studiosi sostengono addirittura che il paesaggio raffigurato alle spalle di Gesù è lo stesso che si può scorgere dalla rocca. Il Professor Villata, docente presso l’Università Cattolica di Milano, sostiene che Leonardo si sarebbe lasciato ispirare da una “Ultima Cena”, non ben precisata che si trovava all’interno del ducato di Milano. Sul versante “paesaggio” si apre anche un altro scenario che vorrebbe identificare il profilo naturalistico del Cenacolo con la veduta paesaggistica che si gode dal monastero di San Calocero di Civate dove sembra riconoscibile un campanile. Leonardo, pur avendo lasciato un disegno dei laghi di Eupilio ripresi dal monte Barro oppure disegni delle montagne di Lecco, non ha mai parlato espressamente di Civate ma tuttavia il paesaggio ricorda tale località. Ipotesi suggestive che rendono ancora più misteriose le opere di Leonardo.

Ultima Cena di TVBOY

Quante copie esistono dell’Ultima Cena?

Come ultima Curiosità sull’Ultima Cena diciamo che sono numerose le copie dell’Ultima Cena di Leonardo realizzate con diverse tecniche e da molti artisti in epoche diverse.

Giacomo Raffaelli ha creato una copia a mosaico per Napoleone che è custodita a Vienna nell’antica chiesa dei Minoriti.

Curiosa è anche l’Ultima Cena scolpita nella roccia della Miniera di sale di Wieliczka in Polonia.

Al Magdalen College di Oxford si trova una copia a grandezza naturale del Giampietrino mentre al Museo del Rinascimento del Castello di Ecouen in Francia si trova una copia attribuita a Marco d’Oggiono. Senza dimenticare le numerose copie realizzate a Milano, sede del famoso Cenacolo Vinciano, che si trovano sparse un po’ per tutta la città come, ad esempio, presso la Chiesa di San Maurizio oppure il gruppo ligneo formato da 13 statue collocato presso il Santuario di Saronno realizzato da Andrea da Milano e decorato da Alberto da Lodi. Non mancano anche le riproduzioni provocatorie e dissacranti dell’opera con accostamenti particolari come nel caso dell’opera dell’azero Gunduz Aghayev, illustratore e pittore, dove Gesù si fa un selfie con gli apostoli durante l’Ultima Cena, o Salvatore Benintende, in arte TVBOY, dove l’Ultima Cena si consuma in un famoso fast-food tra patatine, hamburger accompagnata da una tipica bevanda. 

L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci: un mix di precisione, intelligenza e profonda conoscenza del testo biblico che, ancora una volta, mette in luce la sensibilità poliedrica dell’artista milanese per adozione.  

Speriamo che queste curiosità sull’ultima cena vi siano piaciute!

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articolo di: CANTI FRANCA

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2 pensieri riguardo “Curiosità sull’Ultima Cena di Leonardo

  • Febbraio 13, 2022 in 12:16 pm
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    È bellissimo sapere tante piccole o grandi curiosita! Rendono le opere ancora più interessanti!
    Grazie!

    Rispondi

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