Viaggio al Louvre: le opere da non perdere

Il museo del Louvre apre le sue porte al pubblico nel 1793 inaugurando un nuovo modo di rendere pubbliche le opere dei grandi artisti di tutto il mondo. Il primo nucleo di collezioni appartiene alla monarchia francese oltre ad essere il frutto delle varie espropriazioni realizzate in tutta Europa da Napoleone durante il suo impero.

È il più grande museo del mondo, conta circa 40.000 pezzi tra oggetti e opere d’arte abbracciando diversi millenni di storia. Ma perché si chiama così? Il “Louvre” nasce come fortezza nel XII secolo per volere di re Filippo II ed è proprio a lui, pare, che si debba il suo nome. Infatti sembra che il sovrano, seguendo una delle ipotesi più accreditate, lo avrebbe soprannominato l’œuvre (il capolavoro), perché all’epoca era il più grande museo di Parigi.

Nei corso dei secoli il Louvre subì diverse trasformazioni e utilizzi per concludere nel 1989 con la realizzazione della Piramide in vetro dell’architetto Ieoh Ming Pei e poi successivamente completata nel 1993 con una seconda piramide speculare e rovesciata al di sotto della prima.  Vedere tutto il Louvre in una sola volta è praticamente una missione impossibile: per questo oggi vi presento alcune opere che, a mio parere, devono essere assolutamente viste. 

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La Gioconda al Louvre

La Gioconda di Leonardo da Vinci

Impossibile andare al Louvre e non fermarsi davanti al capolavoro di tutti i tempi: la Gioconda di Leonardo da Vinci.

Famoso anche con il nome di Monna Lisa, il ritratto è stato eseguito dal grande maestro del Cinquecento tra il 1503 e il 1506. Un quadro affascinante e misterioso come è misteriosa l’identità del soggetto stesso. Un’opera enigmatica, un sorriso magnetico, una posa naturale che fanno di questo quadro l’opera più famosa al mondo.

Sembra che Leonardo, quando era ancora in vita e si trovava ad Amboise, abbia donato il quadro al re francese Francesco I. Nel 1800 compare nella camera da letto di Napoleone Bonaparte e nel 1804 fa il suo ingresso al Louvre. Dato il suo alto valore artistico, ora l’opera si trova all’interno della sala più grande del museo, la Salle des États, al primo piano dell’ala Denon.

A proteggere il quadro è una teca di vetro allo scopo di evitare che qualche malintenzionato sottragga di nuovo l’opera come già successo in passato, famoso fu l’incredibile furto fatto dall’imbianchino veneto Vincenzo Peruggia nel 1911. La teca inoltre svolge anche il lavoro di proteggere il capolavoro dall’umidità e dagli sbalzi termici. 

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La libertà che guida il popolo

“La Libertà che guida il popolo” di Eugène Delacroix

È uno dei quadri più famosi di Eugène Delacroix. Realizzato nel 1830, incarna il modello “ideale” di rivoluzione. È considerato il primo quadro politico nella storia della pittura moderna. L’eroina a petto nudo che domina la scena è Marianna, simbolo della Francia. Nelle sue mani sventola orgogliosamente il tricolore francese e sul capo indossa un berretto. Dietro di lei, in un clima concitato, una folla di rivoltosi avanza con fierezza, a terra giacciono innumerevoli caduti mentre, dagli edifici di Parigi, si alzano colonne di fumo. L’opera è stata esposta per la prima volta al Salon di Parigi nel 1831, dove il governo francese decide di acquistarla per circa 3000 franchi. Ora si trova presso il Louvre

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Le nozze di Cana, Paolo Veronese

Le nozze di Cana di Paolo Veronese

Le “Nozze di Cana”, dipinto nel 1562, è il capolavoro dell’artista italiano Paolo Veronese. Veronese ha raffigurato la scena biblica del primo miracolo di Gesù ovvero la tramutazione dell’acqua in vino. Il Veronese realizza l’opera per il refettorio del convento di San Giorgio Maggiore a Venezia. In questa tela alta 6.77m, è possibile apprezzare la grande maestria dell’artista nell’abbinare i colori. Nel 1630, a causa di un incendio scoppiato nella cucina del convento, il quadro ha rischiato di essere distrutto dalle fiamme. Solo il pronto intervento di un frate di nome Teodoro ha scongiurato il peggio. Con l’arrivo di Napoleone, il dipinto è stato trafugato e portato al Louvre dove si trova tuttora

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Amore e psiche

Amore e Psiche di Canova

Amore e Psiche” è il capolavoro dello scultore Antonio Canova che ha impegnato l’artista per ben 5 anni, dal 1788 al 1793.

Canova ha saputo trasmettere, nel candore del marmo, la profonda sensualità della scena ma, per l’epoca, risultando un po’ troppo provocatoria.

Antonio, per realizzare questo gruppo marmoreo, si è lasciato ispirare dalla storia scritta da Apuleio, famoso scrittore latino. Lì si racconta che la dea Afrodite, invidiosa della bellezza della principessa Psiche, costringe suo figlio Amore a colpire Psiche con una freccia per farla innamorare dell’uomo più brutto della terra. Ma Amore, vista la bellezza della giovane, subito se ne invaghisce e, disobbedendo all’ordine della madre, la porta segretamente in un castello. I due amanti potevano vedersi solo di notte e senza mai mostrare il volto. Psiche però, spinta dalla curiosità, si avvicina tanto al volto di Amore a tal punto che una goccia di olio cade dalla sua lanterna bruciandogli il volto. A questo punto interviene la madre Afrodite tentando di punire la povera Psiche. Solo l’intervento del potente dio Zeus restituisce la gioia ai due innamorati trasformando Psiche in una dea dandola così in sposa ad Amore……

La straordinaria mano dell’artista Canova è riuscita a prendere il momento subito precedente il bacio cristallizzando il gesto d’amore più alto per due amanti. La scultura ora si trova nella Sala 4 del museo del Louvre “Galérie Michel Ange”, ed è una delle opere più ricercate dai visitatori

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Le stimmate di san Francesco di Giotto

Le stimmate di San Francesco

Le stimmate di san Francesco” di Giotto, è un’opera molto interessante che vale la pena di vedere. I due protagonisti del dipinto sembrano attrarsi a vicenda e il loro sguardo intenso avvolge il visitatore. Quel che colpisce l’occhio dell’osservatore sono i personaggi inseriti in un paesaggio estremamente realistico, pur essendo solo alla fine del Duecento. Inoltre in quest’opera si nota un primo timido tentativo di prospettiva. Anche questo dipinto, di grandi dimensioni (313×163) è giunto al Louvre durante i saccheggi messi a segno da Napoleone. Per molti secoli l’opera è rimasta senza paternità ma, negli ultimi vent’anni, è stata attribuita a Giotto. Nella parte bassa della composizione vi è la sua firma: inizialmente la critica era dubbiosa sulla sua veridicità ma attualmente, dopo studi approfonditi, si è giunti alla certezza che la firma sia proprio autentica.

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Codice di Hammurabi

Il Codice di Hammurabi

È una delle opere più emozionanti del Louvre: la stele con il codice del Re babilonese Hammurabi, la prima legge scritta dell’umanità. La stele è stata ritrovata, all’inizio del ‘900, in Iran da un archeologo francese, Jacques de Morgan. È una stele di basalto nero, alta più di due metri realizzata tra il 1792 e il 1750 a.C. contenente 282 leggi. In cima è rappresentato il re Hammurabi nell’atto di ricevere, dal dio della giustizia Shmash, le leggi sacre. Il Codice di Hammurabi è oggi famoso come “la legge del taglione” ovvero “occhio per occhio, dente per dente”. Tra le 282 leggi, c’è una curiosità che viene riservata ai venditori di vino: coloro che fossero stati sorpresi ad aggiungere acqua al vino, sarebbero stati puniti con l’annegamento in un fiume. 

Il Louvre: un’esperienza immersiva nel tempio dell’Arte più conosciuto al mondo.  

Articolo di Canti Franca

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