I musei subacquei – Arte sott’acqua

Mari e laghi da sempre nascondono resti antichi, statue e oggetti di varia natura diventando dei veri e propri musei subacquei. In alcuni casi le opere riemergono entrando a far parte di collezioni museali molto importanti, come nel caso dei famosissimi Bronzi di Riace, in altri rimangono sommersi per sempre costituendo un patrimonio artistico di notevole pregio.

Musei subacquei: i tesori italiani

Se potessimo immergerci anche una sola volta, sicuramente rimarremmo colpiti da quanti tesori i nostri mari nascondono. Silenziosi e sommersi, aspettano solo che qualcuno possa scendere nelle profondità per poterli visitare e ammirare.

I musei subacquei non sono visitabili in autonomia, ma solo grazie a guide sub autorizzate ad accompagnarci in aree marine protette al fine di preservare l’integrità di questi magnifici luoghi.

Il Parco Sommerso di Baia è tra i più grandi parchi archeologici d’Italia e si trova a nord del Golfo di Napoli. Tra i suoi fondali sub e appassionati di snorkeling possono ammirare antichi mosaici, resti di antiche ville e terme romane, tra cui spicca una villa del II secolo d.C. appartenuta alla famiglia dei Pisoni.

Spostandoci in Puglia nei pressi di Fasano in provincia di Brindisi, troviamo il Porto Sommerso di Egnazia dove i resti di epoca romana sono ancora evidenti. Dai ritrovamenti si presume che le massicce strutture cementizie appartenessero ad attracchi portuali.

In Calabria, a Isola di Capo Rizzuto in località Le Castella sorge il Museo Archeologico di Crotone. Al di sotto del Castello Aragonese, a circa 5 metri di profondità all’interno di un’area marina protetta, sono conservate due scale in pietra, relitti, manufatti e i resti delle mura del castello stesso.

Infine a Monasterace Marina in provincia di Reggio Calabria troviamo il Parco Archeologico di Kaulonia. Oltre al parco archeologico a terra è presente anche quello sommerso dove si possono ammirare basi di colonne ioniche, blocchi grezzi di cave e bitte di ormeggio.

Questi musei subacquei sono attualmente tutelati dal progetto MUSAS che si occupa di monitorare e valorizzare questo patrimonio artistico.

Musei subacquei: il lago di Bolsena

Probabilmente molti sono convinti che solo il mare possa regalarci queste meraviglie, invece anche i laghi possono rivelarsi delle piccole perle poco conosciute.

Il fondale del lago di Bolsena, in provincia di Viterbo, è considerato lo scavo archeologico subacqueo più importante al mondo.

Il lago di origine vulcanica nasconde nei suoi fondali il villaggio sommerso del Gran Carro, una località situata sulla sponda orientale del lago. Durante il nono secolo a.C. gli abitanti del villaggio abitavano in palafitte costruite proprio sulle rive del lago, ma a causa di un graduale innalzamento delle acque, l’abitato venne completamente sommerso.

Alessandro Fioravanti, ingegnere nato proprio a Bolsena, era un appassionato di pesca subacquea. Nel 1958 mentre stava nuotando lungo la costa rocciosa, notò dei solchi incisi nella roccia da un antico passaggio di ruote di carro.

Esaminando le foto aeree presso l’Aerofototeca di Stato notò strane tracce nell’acqua, così l’estate successiva munito di una semplicissima maschera subacquea esplorò il fondale. Ciò che vide fu qualcosa di sorprendente: l’antico villaggio.

Per ben venti anni dal 1960 fino al 1980 furono portati alla luce contenitori per alimenti, vasi e urne cinerarie, eppure ad oggi ancora molti oggetti e resti di case sono rimasti sommersi.

Musei subacquei: il lago di Como

Anche il lago di Como nasconde delle piccole perle poco conosciute, diventando uno dei musei subacquei più estesi che ci sono in Italia.

Il percorso alla scoperta delle sue meraviglie sommerse potrebbe iniziare in provincia di Como a Carate Urio. Una statua di una cornucopia e una di marmo raffigurante un conte del 1800 ci aspettano e risultano ancora ben conservate.

Continuiamo il viaggio a Moltrasio, sempre in provincia di Como, dove sono conservati due relitti. Sandra è una barca a vela che conserva ancora intatto l’albero maestro e Araquana è una barca dotata di cabine.

Spostandoci in provincia di Lecco nei fondali di Colico troviamo un’altra imbarcazione. Questa volta si tratta del combello di Piona ovvero un’imbarcazione a vela di grandi dimensioni utilizzata per il trasporto delle merci.

I combelli e le gondole lariane potevano trasportare fino a mille tonnellate di merce e furono in uso fino alla fine dell’Ottocento. Quando questo tipo di imbarcazioni non era più utile al servizio veniva affondato, questo perché a causa del trattamento impregnate dato sul legno non era possibile utilizzarlo come legna da ardere.

E se i sotterranei di Napoli furono utilizzati per nascondere auto e moto rubate, anche nei fondali di Valmadrera in provincia di Lecco i sub hanno ritrovato auto, giochi, mobili, ed elettrodomestici gettati dalla strada.

L’Atlantide d’Abruzzo

Il lago di Capodacqua a Capestrano in provincia de L’Aquila, nei pressi del Parco Nazionale del Gran Sasso. è un altro lago degno di nota. Questo posto magico viene definito semplicemente Piccola Atlantide grazie all’acqua cristallina e alla presenza di due mulini medievali sommersi.

Si tratta di un lago di origine artificiale che ha avuto origine dalla sorgente omonima che forma una delle tre fonti del fiume Tirino. Nel 1965 venne costruita una diga per bloccare il corso del Tirino così alcuni terreni ed edifici utilizzati dai contadini vennero sommersi.

I due mulini sono ancora conservati eccezionalmente grazie alla temperatura costante dell’acqua. Il primo mulino mostra ancora le pale che azionavano le macine e sono ancora ben visibili due arcate, le porte e le finestre. Del secondo mulino invece sono distinguibili gli ambienti in cui era suddiviso.

Perfettamente intatto è anche il selciato antico che i contadini utilizzavano per trasportare il grano.

Il Cristo degli Abissi

Le statue sommerse

Alcune opere sommerse sono andate perdute come nel caso del dipinto La Circassienne au Bain che affondò insieme al Titanic, altre invece sono state collocate appositamente sul fondale marino come nel caso di alcune sculture di tipo religioso.

Il Cristo degli Abissi è sicuramente la statua più famosa ed è situata sul fondo della baia di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino in Liguria.

Ma perché posizionare una statua sul fondale?

Dario Gonzatti fu il pioniere subacqueo italiano che inventò il primo autorespiratore ad ossigeno, ma sfortunatamente durante un’immersione nelle acque di San Fruttuoso perse la vita nel 1947. Così Duilio Marcante, considerato il padre della didattica subacquea, decise di far realizzare una scultura di Cristo in suo onore. Guido Galletti, scultore, fece fondere medaglie, elementi navali e campane per realizzare una statua in bronzo alta ben 2 metri e mezzo con le braccia rivolte verso la superficie in segno di pace. Successivamente nel 1954 la Marina Militare posizionò la statua del Cristo a 17 metri di profondità. Nel 2004 dopo un importante lavoro di restauro in superfice hanno deciso di riposizionarla a una profondità inferiore rispetto a quella originale. Questo ha permesso a coloro che praticano snorkeling di poterla ammirare.

La statua di Padre Pio, alta 3 metri, è la più grande statua sommersa del mondo. Realizzata nel 1998 in bronzo dallo scultore foggiano Domenico Norcia, si trova sul fondale al largo dell’isola di Capraia, situata nell’arcipelago delle isole Tremiti in Puglia, a 14 metri di profondità.

Ciò che la rende maestosa è sicuramente il basamento di 80 centimetri realizzato in cemento e reso in qualche modo flessibile per resistere alle correnti.

Il santo è ritratto con lo sguardo rivolto verso il cielo e le braccia aperte come se volesse avvolgere e proteggere l’isola durante i giorni di tempesta.

Tuteliamo i fondali

Animali marini e resti antichi ci accompagnano in questo nostro viaggio, e per una volta lasciamo sulla riva i nostri telefoni, osserviamo e assimiliamo tutto quello che di magnifico c’è sul fondale.

Rispettiamo la natura e le rovine, tuteliamo quello che di più bello i nostri mari e i nostri laghi possono offrirci e lasciamoci solo incantare come fossimo ancora bambini.

Jacques-Yves Cousteau, esploratore e navigatore francese morto nel 1997, disse:

Il mare, una volta che ammalia, trattiene per sempre una persona nella sua rete di meraviglie.

Chissà, forse è davvero così.

Articolo di Elena Bruno

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