Berlusconi in una teca di vetro – arte o provocazione?
Berlusconi in una teca di vetro
Berlusconi in una teca di vetro: Berlusconi nella teca di cristallo, può o no essere considerata una vera opera d’arte?
Con questo articolo cercherò di rispondere alla domanda probabilmente più difficile che possa essere posta in ambito artistico. Vi presenterò un’opera che ribalterà completamente secoli di antichi teoremi e che ci farà decisamente riflettere tanto che qualcuno sarà inorridito, qualcuno sarà curioso, qualcuno forse griderà allo scandalo.
Cos’è un’opera d’arte?
Per secoli artisti e teorici hanno combattuto guerre ideologiche per definire un comune senso di bellezza attraverso il quale era possibile di conseguenza identificare un’opera d’arte.
Si è passati da un concetto idealistico dell’arte, immagine perfetta dell’intelletto umano, contemplazione personalissima e disinteressata, fino ad arrivare ad un’ arte accessibile a tutti e riproducibile, in grado di superare la distanza auratica della sua irripetibilità.
Nel nostro secolo le polverose teorie sono state completamente ribaltate in favore di un’arte provocatoria e in grado di suscitare forti emozioni. Ed è proprio questo il senso dell’arte, quando ci troviamo di fronte a un quadro o a un’opera infatti, che ci pervade un senso emozionale che può toccare le più diverse sensazioni anche negative. E questo è vero in tutte le epoche.
Il sogno degli Italiani
Parliamo si di emozioni e quest’opera che vi sto per descrivere certo non lascia nulla al caso e decisamente ci può far emozionare.
Ci troviamo a Roma e dobbiamo fare un piccolo tuffo nel passato, siamo nel 2012, e trovandoci a passeggiare per le vie della capitale, si sa ci potremmo imbattere in qualsiasi tipo di forma d’arte, d’altronde Roma è la culla della nostra cultura e accoglie ogni proposta artistica da secoli.
Ci accingiamo ad entrare al primo piano di Palazzo Ferrajoli proprio di fronte a Palazzo Chigi. Qui con grande stupore ci troviamo di fronte ad un’opera che a riguardarla oggi esprime tanto disagio quanto estremo fascino, di due artisti pontini, Antonio Garullo e Mario Ottocento.
Il lavoro si pone come ultima celebrazione del berlusconismo nella sua fase terminale (non a caso il sottotitolo scelto è proprio “Per una immagine definitiva dell’era Berlusconi”), ha come soggetto proprio il chiacchieratissimo leader politico di Forza Italia, che dal 1977 ha scalato i più alti vertici della politica italiana definendosi lui stesso “il sogno degli italiani” nelle famose telefonate di cui tutti conosciamo oramai i risvolti giudiziari.


L’opera – Berlusconi in una teca di vetro
Berlusconi in una teca di vetro: Il corpo del premier a grandezza naturale, giace addormentato in una teca di vetro incorrotto e perfetto come un santo, un papa o semplicemente un vero lider maximo. Sembra voglia emulare le illustri mummie di Mao e di Lenin, eterni leader politici dei loro paesi.
Completamente realizzato in gomma siliconica, è spaventosamente realistico a partire dal colorito della pelle fino ai capelli organici trapiantati. Si fa beffe del Governo volgendo verso sinistra il suo sguardo sorridente in aperto ed evidente contrasto con la cultura politica progressista che tanto non gli andava a genio.
Vestito di tutto punto, doppiopetto blu e camicia aperta azzurra, al collo una cravatta a pois. La provocatoria mano sinistra dentro i pantaloni slacciati e ai piedi, due pantofole con la faccia di Topolino. Nella mano destra stringe
orgogliosamente una copia di “Una storia italiana”, 125 pagine a colori della sua autocelebrazione, distribuita da Forza Italia nel 2001 durante la campagna elettorale a tutte le famiglie italiane.
Tutti elementi che sembrano far parte di un enorme puzzle grazie al quale
possiamo ripercorrere anni di lotte politiche, scandali e soprattutto i segreti più intimi di Berlusconi, che lui ci lascia appena intravedere dalle foto satinate di quella “Storia Italiana”; solo i piccoli segreti però, quelli grandi non troveranno risposta né tra quelle pagine né in quest’opera.


La provocazione – Berlusconi in una teca di vetro
Berlusconi in una teca di vetro: Di fronte a questa grandissima provocazione
Berlusconi diventa un degno simulacro del popolo italiano, un mezzo per muovere le nostre coscienze.
Gli artisti hanno voluto in un certo senso provocare il pubblico per dare una immagine molto singolare di Berlusconi. Ogni elemento descritto anche il più piccolo, ha infatti una sua personale funzione, il tutto reso con un realismo talmente efficace da farci dubitare quasi della sua autenticità. Più ci si accosta all’opera, più essa fa scalpore e diventa quasi spauracchio contro la iettatura della sua stessa condizione. Chissà se Berlusconi sia andato a vederla e a scongiurare facendo le corna davanti a quella teca così “mortale”.
Tornando alla domanda iniziale “Berlusconi nella teca di cristallo, può o no essere considerata una vera opera d’arte?” potremmo così definire a pieno titolo questa comeun’opera d’arte, perfettamente calata nel contesto contemporaneo
e destinata a fare scalpore e suscitare emozioni sia negative che positive per i tempi a venire. È proprio questo mettersi in mostra nella nostra società contemporanea a renderla tale, lo smuovere la coscienza del possibile fruitore
provocandogli una vasta gamma di emozioni.
Questo è il meccanismo che sta alla base delle performance artistiche più recenti che vogliono in un certo senso stimolare gli individui a trovare una loro personale risposta all’arte. C’è da chiedersi a questo punto, se di fronte
a quella teca qualche italiano abbia sorriso o se abbia voluto almeno per una volta contemplare
arrabbiato questa “morte”.
Il fatto è che l’arte in tutto questo tempo non ha mai smesso di emozionare. In fondo come diceva Fabrizio Salina spesso paragonato proprio a Berlusconi: «Bisogna che tutto cambi perché tutto resti uguale».
Articolo di: Federica Pappacena