Perché a Firenze hanno coperto il David con un telo?
Perché a Firenze hanno coperto il David con un telo?
Introduzione
Icona indiscussa di Piazza della Signoria a Firenze è certamente la statua imponente del David di Michelangelo Buonarroti.
Prima di raccontarvi un fatto singolare successo da pochissimo, analizziamo la storia e le fattezze di questo capolavoro tutto italiano.
I consoli dell’Arte della Lana e gli Operai del Duomo di Firenze gli affidano un lavoro. Essi vogliono che Michelangelo realizzi una scultura che rispecchi la gioventù e la potenza della nuova repubblica fiorentina. Quella post medicea.


Breve racconto dell’opera e della sua ubicazione
È il 9 settembre 1501 quando Michelangelo si mette all’opera: armato di martello e scalpello, comincia a levigare il blocco marmoreo con dei piccoli colpi per capire effettivamente quale fosse la condizione del materiale e quale approccio avrebbe dovuto adottare. Alla fine, nel giugno del 1503 la statua di circa 6 metri d’altezza è pronta per essere posta sul contrafforte (una parte architettonica che da maggiore sostegno e solidità alla costruzione di un’edificio) della chiesa di Santa Maria Novella.
Eppure, la collocazione finale non convinceva tutti perché la statua era troppo maestosa, troppo importante e doveva essere posta laddove la sua eco risuonasse maggiormente. Quindi, dopo vari pareri discordanti e indecisioni si decise di posizionarla presso Piazza dei Priori ( oggi Piazza della Signoria ) di fronte al Palazzo Vecchio, al posto della statua di Giuditta di Donatello.
La grande statua, in marmo di Carrara, troneggia lì per tanti anni e tante sono le vicissitudini e gli incidenti che la investono. Dopo tutti questi eventi, è necessario che il lavoro di Michelangelo Buonarroti David venga trasportato in un luogo più sicuro.
Così, nel 1872 il gigantesco eroe viene trasportato nella Galleria dell’Accademia, in uno spazio costruito appositamente per lui.
Per 9 anni questo capolavoro rimane chiuso all’interno di una cassa, in attesa che vengano terminati i lavori all’interno della galleria.
Finalmente, il 22 luglio 1882 c’è l’inaugurazione del museo e tutti possono ammirare il David.
L’originale è conservato nella Galleria dell’Accademia, mentre in piazza della Signoria c’è una copia realizzata dallo scultore Luigi Arrighetti in occasione di un concorso.
Ogni dettaglio ha una funzione ben precisa: il corpo muscoloso allude alla forza fisica, mentre la sua espressione concentrata simboleggia la forza dell’intelletto.David ha bisogno di un’arma per vincere il combattimento.
Ed è qui che entra in gioco la frombola: si tratta di un’antica fionda che Michelangelo pone sulla spalla vicino al volto del protagonista.
Nell’altra mano (quella appoggiata sulla gamba), trattiene un sasso che tra pochi istante porrà all’interno della fionda per attaccare Golia.
Il David di Donatello e quello del Verrocchio sono immortalati nell’istante in cui hanno già sconfitto l’avversario, la cui testa è ai loro piedi, mentre Michelangelo va contro questa tendenza e lo rappresenta prima di lanciarsi in battaglia. Famosissima è poi la struttura a chiasmo (a forma di X) che assume tutta la figura, che Michelangelo riprende dalla statuaria antica e che permette che il colosso regga senza frantumarsi sotto gli occhi dei passanti.
Ma facciamo un balzo in avanti nel tempo e vediamo cosa è successo alla statua lo scorso 6 marzo.


Ecco perché la statua è stata coperta
Firenze manifesta pubblicamente il suo sconcerto e la sua disapprovazione contro le violenze che stanno avendo luogo in Ucraina a seguire degli attacchi lanciati dalla vicina Russia. A Piazza della Signoria il monumento viene coperto integralmente da un drappo nero sul quale viene posta la bandiera ucraina giallo blu. della città di Firenze Dario Nardella che sceglie di coprire il capolavoro rinascimentale proprio nel giorno in cui viene celebrata la nascita del Buonarroti. Il sindaco precisa alla stampa presente il loco:
«Il David di Michelangelo è il simbolo della libertà, è il David che combatte contro Golia, è il popolo ucraino che combatte per la libertà. Oggi noi vogliamo dire questo, noi siamo vicini agli Ucraini perché per noi sono il David che combatte la tirannia. Vogliamo ricordare Michelangelo, il giorno della sua nascita, il 6 marzo, con questo gesto di lutto e di dolore, molto forte, per ricordare le migliaia e migliaia di vittime che in questi giorni si sono contate, vittime civili ma anche militari, Vogliamo ricordare anche ricordare i giovani soldati russi che sono stati mandati a morire da Putin per una guerra folle e incivile.»
Il David, come da programma, rimane coperto per volontà del Comune di Firenze fin quando gli attacchi non cesseranno. L’iniziativa si è dimostrata non essere però condivisa da tutti e in particolare il dissenso arriva esplicitamente dall’assessore Alessandro Draghi, capogruppo del partito Fratelli d’Italia in consiglio Comunale. L’esponente di FdL si scaglia contro il sindaco Nardella chiedendo, durante la giornata di domenica 6 marzo 2022, l’immediata rimozione del drappo nero. “Chiederò che il gesto odierno di coprire il David rimanga simbolico solo per la giornata di oggi, non condivido la copertura della statua fino a fine guerra”.
Il gesto del Sindaco Nardella è una dimostrazione istituzionale della vicinanza della città di Firenze al dolore che sta portando la guerra tra Russia e Ucraina ma tali eventi mostrano come sia la Ile il confine tra sincera dimostrazione pacifista ed arida strumentazione politica. Bisogna stare attenti a non commettere strafalcioni.
Infatti dopo due giorni dall’iniziativa, il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt ha contestato quanto fatto fare da Nardella e in un intervento pubblicato dall’Agenzia di Stampa Adnkronos ha detto: “Le statue nei musei e sulle piazze delle nostre città hanno un forte valore non solo artistico ma educativo, poetico, identitario, di incoraggiamento individuale e collettivo. Vestirle o tatuarle con proiezioni di loghi commerciali o di messaggi politici falsa il loro senso e nolente o volente le banalizza, spesso ridicolizzandole. Coprirle invece completamente, per qualunque motivo, equivale a una censura, e pertanto si oppone ai fondamenti della società libera”. Una risposta ed uno schiaffo platonico al sindaco di Firenze Nardella.