American Gothic – Grant Wood
Siamo negli anni settanta del Novecento e, in un piccolo paese americano, si sta facendo una festa di matrimonio, due figure fanno capolino sul fondo di una classica foto di gruppo: un anziano uomo con gli occhiali tondi ed il forcone e la sua giovane moglie, entrambi indossano costumi tradizionali. Questa è, per sommi capi, la scena che apre The Rocky Horror Picture Show, celeberrimo ed iconico film del 1975 diretto da Jim Sharman. Nel suo intento di ironizzare sul perbenismo borghese americano, l’incipit della pellicola cita in modo più che evidente e divertito un quadro famosissimo ed altrettanto iconico: American Gothic, opera firmata da Grant Wood nel 1930.
Un simbolo americano
American Gothic è stato dipinto nel 1930 dal pittore americano Grant Wood (1891 – 1942), ed è conservato all’Art Institute di Chicago. Wood studiò in questo prestigioso istituto e realizzo questo quadro proprio per un concorso della scuola che lo vide posizionarsi al terzo posto. La scena che possiamo vedere è semplice e ben definita: un uomo ed una donna in accollati e pudichi abiti tradizionali, sono ritratti in posizione frontale, i due personaggi appaiono poco partecipi, inespressivi, quasi assenti. L’uomo impugna un vistoso forcone a tre punte che denuncia il suo essere contadino, dietro di loro una casa bianca, tradizionale, in legno.
Uno strano titolo
Perché proprio American Gothic? Ci viene da chiederci che cosa ci sia di gotico nel dipinto. Se guardate con attenzione l’elemento neo-gotico, più che gotico, del dipinto è la finestra della casa che si nota proprio fra i due coniugi. La struttura riprodotta è infatti una abitazione “Carpenter Gothic”, stile tipico, in America, a partire dalla metà dell’Ottocento. Questa modalità architettonica era usata per abitazioni e chiese e univa la presenza del legno, sempre facilmente reperibile, ad elementi neogotici, quali decorazioni di carpenteria e, in questo particolare caso, una elaborata finestra. Ma se, per estensione, intendiamo gotico come qualcosa di orrifico e vagamente macabro ecco che lo sguardo di sottile inquietudine dei due protagonisti della tela può essere spiegato: una inquietudine esistenziale in un contesto di vita apparentemente normale e codificato, come il mondo contadino dello Iowa negli anni della grande depressione economica.
Un mosaico di rimandi
Sappiamo che Wood visse anche a Monaco di Baviera, dove ebbe modo di studiare la pittura fiamminga e la sua opera ha sicuramente tentato di aggiornare e riproporre alcuni stilemi di questo tipo di pittura.
In particolare possiamo notare l’attenzione per la resa della pelle umana con tutte le sue imperfezioni e segni, l’uso della pittura ad olio su legno che esalata il mezzo pittorico e lo rende particolarmente lucido e prezioso, l’attenzione per la resa di stoffe e vestiti. Per citare l’esempio più famoso è quasi come ritrovare i Coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck quasi cinquecento anni dopo.
Ma nell’opera di Wood confluisce anche la ricerca mediata dell’obbiettivo fotografico, mezzo che allora stava conquistando sempre più artisti, non possiamo non pensare all’espressione dei soggetti ritratti, in quelli stessi anni,
nella provincia, da fotografi come Walker Evans.
La scoperta dell’America
American Gotich è e resterà sempre un complesso simbolo di una America che vive in bilico fra certezze, forza ma anche limiti e perenni paure. Un inedito mix di mondi, stili pittorici e sentimenti dell’animo umano. Come diceva Oscar Wilde, e come ci conferma questo quadro “Forse, dopo tutto, l’America non è mai stata scoperta. Io personalmente direi che è stata appena intravista.”
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Articolo di Giorgio Panigati – Instagram: Lessisabore80