Policleto: Tutto ciò che bisogna sapere sullo scrittore

Introduzione e cenni sulla Grecia Antica

Policleto: Quando parliamo della Grecia antica, sembra impossibile non fare riferimento alcuno alla vastità della sua cultura artistica che ci ha tramandato.

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E molto probabilmente, l’aspetto più conosciuto della sua arte è la scultura, questo per via dei materiali impiegati nelle realizzazioni e per la molteplicità di fonti e copie giunte sino a noi, attraverso le riproduzioni romane e rinascimentali

(anche se quest’ultime, sono state alterate in aspetto).

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Chi è Policleto

Tra i principali protagonisti dell’arte greca, figura sicuramente Policleto, il quale, oltre ad aver svolto l’attività di scultore, fu un rinomato bronzista e teorico, attivo nel periodo classico, tra il 460 e il 420 a.C. circa.

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Sfortunatamente, nessuna delle sue opere originali ci è giunta e i lavori che oggi citiamo, sono copie di età romana, le quali testimoniano il valore di questo artista.

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Policleto Biografia

Una vita nel segno dell’arte quella di Policleto. Almeno per quello che ci narrano le fonti a noi pervenuteci.

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Nato ad Argo, sembra aver avuto un’attività professionale autonoma nel Peloponneso, a partire dal 465 a.C., ed era principalmente noto nella creazione di statue per i vincitori dei giochi olimpici.

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Policleto
I resti della città di Argo e del suo teatro

Successivamente si trasferì ad Atene, dove incontrò Fidia, suo collega, con il quale intraprese un lavoro di collaborazione, influenzandosi a vicenda nelle composizioni scultoree.

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Infatti, sempre secondo le testimonianze, entrambi parteciparono al concorso per le statue di amazzoni da dedicare nel tempio di Artemide a Efeso del 435 a.C.

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Policleto
Il canone di Policleto

Il trattato sul Canone

Il Canone (dal greco antico: Κάνον, “regola“) è un trattato sulle proporzioni dell’anatomia umana scritto da Policleto nel 450 a.C.

Diviso in due frammenti: uno fa riferimento al sistema delle proporzioni con i suoi multipli e sottomultipli, il secondo invece, è relativo alla difficoltà di lavorazione della statua laddove il modello in argilla fosse stato portato alla perfezione.

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Quello di Policleto, è sicuramente il primo lavoro che teorizza i temi della bellezza e dell’armonia e fu di straordinario impatto, ispirando anche le ricerche sul modulo architettonico.

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Con lui e il suo Canone, l’arte greca entrò nel suo culmine, definito “classico“.

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Il culto degli atleti nell’antica Grecia

Policleto: Inutile spendere parole sull’importanza dello sport nell’antica Grecia.

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La patria delle Olimpiadi (originatesi da particolari riti funebri e culti eroici) vide nell’atletismo un legame aristocratico, nobile; tant’è che l’uomo aristocratico e l’atleta condividevano una serie di valori: la superiorità fisica, il desiderio del primato e della gloria, il disprezzo per il perdente.

Le opere

Policleto
Discoforo

Discoforo

Il Discoforo o portatore del disco, del quale esistono numerose copie, è stato attribuito a Policleto sulla base delle sue teorie elaborate ed esplicato nel trattato.

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Infatti, qui, nell’opera sembra che l’autore avesse già avviato quella perfezione che lui ricercava.

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Come la posa, la disposizione degli arti, la struttura del torso, la tensione e il rilassamento del tono muscolare e la visione frontale che richiamano una sorta di stile più severo, citando ad esempio l’Apollo dell’omphalos.

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Policleto
l’Apollo dell’omphalos

Il soggetto dell’opera non è stato confermato, poiché, stando alle parole del trattato di Policleto, il Discoforo poteva essere in origine anche un guerriero o un eroe.

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Ogni modo, vi sono repliche dell’opera molto importanti per quanto detto finora:

la prima conservata al museo archeologico nazionale di Napoli e la seconda è il torso in basalto degli Uffizi.

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Policleto
Amazzone ferita

Amazzone ferita di Policleto

Abbiamo fatto prima riferimento al concorso di Efeso con la creazione di statue di amazzoni bronzee.

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Secondo la testimonianza di Plinio (XXXIV, 53): Fidia, Policleto, Cresila, Cidone e Phradmon vi parteciparono.

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Nonostante gli studi e i tentativi di attribuzione delle diverse tipologie scultoree agli artisti sopra citati, identificate nelle copie romane, non hanno dato esiti soddisfacenti.

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Infatti, è tuttora oggetto di discussione la reale esistenza della gara e la datazione degli originali al V secolo a.C.

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Tuttavia sono state attribuite a Policleto sia l’Amazzone di Sosikles (conservata a Roma nei Musei Capitolini)

che l’Amazzone Lansdowne (conservate a Sciarra, a Berlino e a New York).

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Diadumeno di Policleto - ADO Analisi dell'opera
Diadumeno

Diadumeno di Policleto

Il Diadumeno, conservato al Museo archeologico nazionale di Atene rappresenta un Apollo vittorioso o più semplicemente un atleta con la fronte cinta dalla fascia del vincitore.

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La struttura compositiva richiama quella del Doriforo, con la differenza assiale che si trova al centro, tra le gambe, definendo una minore tensione muscolare tra le due parti contrapposte del corpo.

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Con quest’opera, che si distacca dall’ideale studio da egli teorizzato, apre le accese discussioni sulle quali gli artisti successivi si dedicheranno, legate al colorismo delle superfici, alla rottura degli equilibri statici e la rappresentazione del corpo umano.

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Scuola policletea

Plinio, nella sua opera riporta una serie di nomi nell’elenco degli allievi di Policleto.

Possiamo dividere la scuola in diverse fasi.

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La prima fase è testimoniata dalla base del noto donario di Delfi, fatto erigere dagli spartani per la vittoria di Lisandro sugli ateniesi nel 405 a.C., opera alla quale collaborarono diversi autori della scuola policletea della prima generazione.

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Proseguirono poi, tre generazioni di bronzisti giungendo sino all’età di Lisippo.

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Nomi importanti figurano all’interno della scuola di Policleto. Ne sono esempio: Naucide, allievo di prima generazione e contemporaneo di Periklitos, Athenodoros, Dameas, Patrokles e Kanachos.

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Altri nomi legati a questa scuola appartengono alle generazioni successive: Antifane, Policleto II, Alipo, Daidalos.

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Inutile specificare che l’influsso di Policleto sulla scuola statuaria greca (e non solo), ebbe numerosi seguaci e influenze. Infatti, furono numerose le conseguenze culturali e stilistiche scultorea, definendo due le grandi tradizioni della scultura greca, quella attica e quella peloponnesiaca.

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Articolo di: ANTONELLA BUTTAZZO

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