10 delle opere più famose del Neoclassicismo

Il Settecento e il Neoclassicismo

Neoclassicismo: Intorno alla metà del Settecento si diffonde una nuova sensibilità artistica che si allontana dagli ambienti mondani prediligendo uno stile più classicheggiante con un ritorno all’antico. Questa nuova forma artistica trova ampio successo sia in scultura che in pittura.

Neoclassicismo

1. Nicola Salvi: Fontana di Trevi

Sebbene sia considerata un’opera del periodo tardo-barocco, la Fontana di Trevi è sicuramente tra i monumenti settecenteschi più famosi e più visitati dai turisti.

Ad alcuni di voi verrà in mente la scena di un celebre film in cui Totò in cui vende la fontana ad un turista, il quale, leggendo su una guida, sostiene che la fontana è opera di Gian Lorenzo Bernini. In realtà l’informazione non è del tutto corretta, infatti lo scultore chiamato per eseguire la fontana nel 1732 fu Nicola Salvi, seguace di Bernini.

Il palazzo retrostante funge da sfondo a un massiccio gruppo scultoreo. Al centro si erge la figura di Nettuno su una conchiglia trascinata da Tritoni e Cavalli Marini mentre gli scogli in travertino, che occupano tutta la grandezza della vasca, rendono ancora più monumentale l’impianto, creando un aspetto davvero scenografico.

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2. Neoclassicismo: Cappella di Sansevero a Napoli

Neoclassicismo: La Cappella di Sansevero, realizzata tra il 1750 e il 1768 in stile Rococò, venne costruita su volontà di Raimondo de Sangro, principe di Sansevero, che decise uno specifico programma iconografico. Qui sono conservate tre sculture di impronta classica eseguite con eccezionale maestria.

Pudicizia è la scultura realizzata dallo scultore veneto Antonio Corradini. Il monumento è dedicato alla madre di Raimondo de Sangro. Il velo che copre il volto è eseguito in modo molto delicato evidenziando una leggerezza che mette in risalto il corpo.

Disinganno è invece la scultura di Francesco Queirolo, artista genovese. Ciò che maggiormente attrae il nostro sguardo è la rete che ricopre ancora parzialmente l’uomo, liberato da un genietto alato. La rete simboleggia la libertà dal peccato. Lo stesso Queirolo passò personalmente a pomice la scultura perché gli artigiani dell’epoca specializzati in rifiniture si rifiutarono di toccare la delicatissima rete per paura di danneggiarla.

Cristo Velato è forse la scultura più importante della Cappella e venne realizzata da Giuseppe Sammartino, scultore napoletano. Il velo trasparente che copre il corpo di Cristo mette in risalto il corpo scarno rendendo la scultura viva.

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3. Antonio Canova: Maddalena Penitente

Neoclassicismo: Antonio Canova, celebre scultore veneto, è considerato il massimo esponente del Neoclassicismo in scultura. Tra le sue opere più importanti troviamo Amore e Psiche conservata al Louvre, Paolina Borghese come Venere presso la Galleria Borghese e Le Tre Grazie al Museo dell’Hermitage.

Palazzo Bianco di Genova custodisce un’opera giovanile di Canova che già mette in mostra la sua abilità artistica. Si tratta della Maddalena Penitente, conclusa nel 1796, di cui sappiamo con certezza la data in quanto sul retro è riportata proprio la firma dell’artista “Canova Roma 1796”.
L’attenzione ad ogni singolo dettaglio rende la figura della Maddalena reale e i giochi chiaroscurali creano una forte tridimensionalità. Non si può non rimanere indifferenti davanti a questa scultura, il volto sofferente e contratto ci trasmette una grande empatia lasciandoci quasi un senso di solitudine.

Il suo modo di lavorare è sempre stato molto meticoloso: iniziava creando dei semplici schizzi e disegni, successivamente creava dei modelli in cartapesta e gesso di dimensione naturale, e solo in ultimo realizzava la scultura in marmo. Questo gli permetteva di evitare errori, lavorando in maniera quasi mnemonica.

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4. Neoclassicismo: Jacques-Louis David: Il giuramento degli Orazi

Jacques-Louis David, pittore francese, trascorse un lungo periodo a Roma dove entrò in contatto con l’arte rinascimentale e barocca, e questo influenzò fortemente tutte le sue opere.

Tra i suoi dipinti più famosi, Il giuramento degli Orazi, eseguito nel 1784 e conservato al Louvre, è un’opera di impronta storica, come molte altre sue opere. La scena rappresenta una leggenda dell’Antica Roma: il momento in cui i tre fratelli romani, gli Orazi, giurano al padre di combattere fino alla morte sacrificando la loro vita per Roma.

Il nostro sguardo si concentra sulla parte centrale del dipinto notando quasi solamente le spade e le mani dei giovani, mentre quasi ci dimentichiamo di osservare il dipinto nella sua totalità. Se da una parte rimaniamo colpiti dalla solennità e dalla fierezza dei giovani, volgendo lo sguardo verso la destra del dipinto notiamo tre giovani donne e due bambini piccoli chiaramente rassegnati a quello che probabilmente succederà in battaglia.

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5. Johan Heinrich Füssili: L’incubo

Le opere del pittore svizzero Johan Heinrich Füssili presentano due caratteri ben distinti: uno di impronta classica, grazie al contatto con l’antico avvenuto durante un soggiorno a Roma, e uno più visionario, quando si trasferisce definitivamente a Londra.

L’incubo rientra proprio in questo periodo, è stato dipinto nel 1781 e attualmente è conservato all’Institute of Arts di Detroit.

Dallo sfondo completamente scuro emerge una donna tormentata da un incubo, che siede sopra di lei. La figura mostruosa e grottesca ci lascia una sorta di inquietudine, ma ciò che forse ci spaventa di più è la figura del cavallo sullo sfondo che spicca con i suoi grandi occhi bianchi.

Articolo di Elena Bruno

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