Monia Biscioni si racconta
Breve biografia di Monia Biscioni
Monia Biscioni frequenta l’Accademia Di Belle Arti di Brera sotto la guida dell’Artista e Docente Nino Cassani. Gli studi e le esperienze acquisite in quegli anni segnano per sempre il suo percorso artistico. Abbandona il dettaglio e il realismo di un’arte strettamente figurativa e ricerca una sintesi quasi acromatica e astratta di un pensiero. Un silente viaggio nell’arte contemporanea cercando di esprimersi con un veloce impatto emotivo. Spazi illusori e onirici sospesi nel tempo dove il bianco, che equivale al suo silenzio, non distrae con rumorosi e assordanti dettagli e contrasti cromatici. Oggi il suo percorso creativo continua arricchito da una realtà lavorativa legata al design e al mondo del profumo.
Intervista a Monia Biscioni
– Presentati in breve raccontando di te, da dove vieni, la tua infanzia ecc…
La mia città di origine è Varese, sono cresciuta qui ma confesso di non sentirmi di un determinato luogo o di un determinato tempo, piuttosto ospite di un labile e volubile momento. La mia infanzia è stata intensa e l’adolescenza non da meno, abbastanza burrascosa, mi ha insegnato a prendere le cose con determinazione ma anche con auto ironia. L’equilibrio invece l’ho trovato nella creatività, uno spazio davvero speciale che mi porta quasi totalmente fuori dalla realtà. Viaggio tra due mondi e questo mi permette di esprimere ciò che sento, di conoscermi più profondamente e di sviluppare maggiore empatia per il sentire altrui. Generalmente non amo il pensiero di massa, quindi prendo atto, elaboro e cerco di restare coerente alla mia etica e libera nel pensiero. Adoro trascorrere tempo guardando le cose da nuove prospettive, sfidare i miei limiti (infiniti) e creare ascoltando buona musica. Da decenni lavoro nell’incantevole mondo del profumo dove posso progettare e creare anche design, in un ambito che ancora mi affascina e stupisce senza sosta.
– Come ti sei approcciato al mondo dell’arte?
Mi sono approcciata all’Arte da bambina, una notte in cui provai una certa paura. Iniziai a disegnare e improvvisamente scivolai in un altro luogo. Un altrove in cui le percezioni sensoriali differivano dalla realtà e il tempo trascorreva con un altro ritmo lasciando sospesi, come in assenza di gravità, gli oggetti e le emozioni stesse. Da quel luogo non sono mai realmente tornata. Ho frequentato il Liceo Artistico e poi l’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Creare è vitale come respirare e questo mi permette di comunicare mantenendomi in equilibrio tra il mondo che vivo e quello sognante in cui viaggio e da cui faccio ritorno sempre più raramente.
– Parla del tuo stile
Il mio è uno stile astratto. La geometria, abbinata alla quasi totale acromia dei materiali, mi aiuta ad esprimere rapidamente un concetto sintetizzando al minimo ogni dettaglio. Questo rigore mantiene in ordine le emozioni donandomi respiri di equilibrio. In questo modo posso fissare, idealmente, i pensieri in un ipotetico luogo, mantenendoli statici, disarmati e silenziosi quindi facili da analizzare senza esserne sopraffatti.
I materiali che preferisco appaiono freddi e distanti tra loro ma sanno vivere in perfetto accordo. La durezza dell’acciaio o dell’alluminio, la fragilità del gesso o della ceramite e la trasparenza e flessibilità del plexiglass riescono a trovare un punto d’incontro, un’armonia in un apparente silenzio.
“Per me da sempre il caos esprime un continuo ed assordante rumore… mentre l’ordine rappresenta un armonico sottofondo interrotto solo a tratti da un lungo e meditativo silenzio .”
– Quali sono gli artisti che più ti piacciono e hanno influenzato la tua pittura?
Sono sempre rimasta affascinata dall’arte classica, dall’armonia delle proporzioni, dalla perfezione dei dettagli, quelli che rendono la scultura viva, pulsante. Sono molti gli artisti che hanno influenzato la mia arte durante tutto il periodo degli studi: Michelangelo, Bernini, il candido Canova. Poi è nata una forte curiosità verso lo stile contemporaneo, un nuovo linguaggio e nuovi concetti da comprendere. Le sinuosità e morbidezza delle sculture di Henry Moore, la purezza della geometria di Arnaldo pomodoro, l’architettura di Mario Botta… Ed è tutto un divenire.
– Quali sono le tue opere che ritieni più belle e significative?
Tra le opere più significative posso citare “La Notte” e “Il Volo”.
La Notte è un’opera che riesce a far trasparire maggiormente un mio lato, quello in cui mi trovo spesso, insonne e immersa nei pensieri. Dove tutto deve fluire velocemente. Il pensiero si trasforma in parole, in un concetto, in un disegno che presto diventerà qualcosa di concreto e tangibile.
“E’ la notte insonne che mi tiene sveglia, con canti di ammalianti di sinuose sirene e con acuti e pungenti pensieri. La notte, quella che mi chiede di farle compagnia e poi, alle prime luci del giorno, insolente e in punta di piedi, se ne va via.”.
“Il Volo” è un‘opera più recente, una di quelle che si fa largo scalpitante dopo un lungo silenzio. Dove, nonostante i frenati ostacoli giornalieri, cerco nuovi spazi e nuovi cieli in cui muoversi e volare. E anche se il volo riesce effettivamente solo a metà piuttosto di rinunciare, con l’altra metà, volo con la fantasia.
“Volo lontano oltre il tempo, sopra pesanti rimpianti e mutevoli tormenti, magnifici creatori e artefici di complesse e cupe strutture. Volo su ostili e acute citta’ in un anomalo campo gravitazionale. Volo con le ali della fantasia o con quelle dei sogni ma volo. Nell’ immaginario volo… volo sempre.”
– Quali aspettative hai per il futuro della tua carriera da artista?
Sicuramente quella di riuscire a lasciare un sentire, un’emozione e di farlo con un linguaggio semplice, non così complesso da doverlo decodificare. Rimanere me stessa e libertà di continuare a creare aperta a contaminazioni dettate dal confronto e dalla ricerca, mai richieste o suggerite dalla massa o dal mercato. L’aspettativa meno convenzionale probabilmente quella di sperare di trovarmi il meno possibile a faccia a faccia con la noia. Ci vorrebbero notti interminabili, piene di silenzio, dove perdersi e in un ritmo creativo incalzante e dove sperimentare, apprendere, sbagliare, ricominciare… e soprattutto crescere.
Contatti:
MONIA BISCIONI
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