Gustav Vigeland: Opere e biografia
Gustav Vigeland
Allievo di Auguste Rodin, Adolf Gustav Thorsen, poi Vigeland, è uno dei maggiori esponenti della scultura norvegese,
autore di numerosissimi ritratti, fontane, rilievi e sculture monumentali spesso protagonisti di aspre critiche.
Le opere di Vigeland, nel corso del tempo infatti, sono state considerate da molti critici d’arte espressione di un’estetica nazista o fascista, tanto da paragonarlo ad Arno Breker,
noto scultore tedesco, attivo durante il Terzo Reich.
Tra queste sue opere ricordiamo la medaglia che oggi viene consegnata ai Nobel per la pace.
Gustav Vigeland Biografia e formazione
Vigeland nacque nella piccola cittadina di Mandal, affacciata sul Mare del Nord, a sud della Norvegia, nel 1869.
Da giovane fu mandato a Oslo, dove imparò a intagliare il legno presso una scuola locale, ma l’improvvisa scomparsa del padre lo costrinse a tornare a Mandal, e visse per un certo tempo,
con i nonni in una fattoria a Vigeland (nome che adottò successivamente). Nel 1888 tornò a Oslo, deciso a formarsi come scultore professionista, qui conobbe lo scultore Brynjulf Bergslien, che lo sostenne nella pratica. Questo sodalizio diede i suoi primi frutti l’anno successivo, quando espose la sua prima opera, Agar e Ismaele.
Tra il 1891 e il 1896 Vigeland viaggiò all’estero, visitò Copenhagen, Parigi, Berlino e Firenze. Decisiva fu l’esperienza nella capitale francese, dove frequentò il laboratorio di Auguste Rodin, che influenzò i temi della sua produzione artistica:
la morte e il rapporto tra uomo e donna.
Dopo le sue prime mostre personali in Norvegia nel 1894 e 1896, Vigeland, fino al 1902,
fu impegnato nel restauro della Cattedrale di Nidaros a Trondheim. Questo stretto contatto con l’arte medievale, lo condussero verso l’altro tema frequente della sua arte: il drago. Tale mitica creatura si addossò il pesante fardello iconografico del peccato, ma anche della forza della natura e della sua lotta contro l’uomo.
Il museo e le sculture di Vigeland
Con il suo carisma convincente, Gustav Vigeland riuscì a convincere la città di Oslo a costruirgli una casa con studio,
donando in cambio tutte le sue future opera d’arte alla città. E così fece: dopo la sua morte, l’edificio venne trasformato in un museo a lui intitolato, tutt’oggi esistente.
Oltre alla casa-studio, Vigeland trasformò quello che inizialmente era stato un ordine per una fontana, in un parco pieno di sculture, anch’esso a lui attribuito. Egli si occupò, non solo della creazione delle sculture presenti, ma anche del design e dell’architettura dell’intero parco.
Questo ambizioso progetto lo rendono ad oggi, non solo l’attrazione turistica più conosciuta della Norvegia,
ma anche il più grande parco di sculture del mondo che ospiti opere di un solo artista. La collezione vanta infatti: 212 statue in granito, bronzo e ghisa di Gustav Vigeland.
Ogni modo, Vigeland, non riuscì mai a vedere il suo parco in pieno splendore,
poiché molte sculture furono introdotte solo nel 1950, sette anni dopo la sua morte.
Gustav Vigeland Opere
Tra le molte sculture a grandezza naturale, ve ne sono alcune che contengono al loro interno altre piccole figure. Ne è un esempio il ponte con 58 uomini, donne e bambini nudi in tutte le pose immaginabili.
Un’altra opera rinomata del parco è Piccola testa calda, il Sinnataggen,
un bambino arrabbiato che batte i piedi che viene soprannominato addirittura la ‘Monnalisa di Vigeland’.


È talmente amato che le sue mani e i suoi piedi luccicano consumati, perché tutti vogliono fare una foto toccandoli.
Ma il vero pezzo forte del parco, è il Monolitten, una colonna alta 14 metri posta nel punto più alto del parco,
formata da un unico enorme blocco di granito; per scolpirlo, 3 tagliapietre lavorarono per 14 anni di fila sotto la supervisione di Vigeland. Le figure che appaiono sulla scultura sembrano arrampicarsi una sull’altra
per raggiungere il paradiso, come metafora del desiderio dell’uomo di avvicinarsi al divino e alla spiritualità.
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