Marina Abramović – Biografia e performance principali
L’arte di Marina Abramović
Marina Abramović, classe 1946, ricopre una posizione di fondamentale importanza nella storia dell’arte contemporanea. La sua idea di arte, unita allo studio antropologico del comportamento umano, si esprime attraverso la cosiddetta performance art, fatta di esperienze sensoriali e psicologiche profonde, sia attraverso una tensione emotiva che una riflessione razionale, passando dal sensazionalismo fino ad arrivare all’estremismo.
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Marina Abramović Breve biografia
Nasce il 30 novembre nella seconda metà degli anni ‘40 nella capitale serba Belgrado, da genitori partigiani ed esponenti graduati dell’esercito comunista di Tito. È nell’ambiente domestico che Marina sviluppa l’interesse per l’arte, incoraggiata dalla madre, diventata direttrice del Museo della Rivoluzione e dell’Arte di Belgrado. Anche il padre ha avuto un ruolo importante nella maturazione artistica della piccola Marina.
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Un aneddoto interessante riguarda l’introduzione all’arte di Marina. all’età di 14 anni chiese una scatola di colori in regalo al padre che invece si presentò con un suo amico.
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Cominciò con il tagliare a caso un pezzo di tela, poi una volta steso a terra vi gettò sopra colla, sabbia, pietrisco, bitume, colori vari dal giallo al rosso. Poi dopo aver cosparso il tutto con trementina collocò un fiammifero al centro della composizione che fu avvolta dalle fiamme e disse: “Questo è il tramonto“.
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Dal 1965 al 1972 studia presso l’accademia di Belle Arti di Belgrado .È qui che la giovane artista inizia a sviluppare la consapevolezza dell’artisticità del corpo umano, aspetto che la renderà un’icona internazionale col passare degli anni.
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Nel 1976 lascia la Jugoslavia per trasferirsi ad Amsterdam, una metropoli con una cultura più aperta e sensibile alla performance artistica. Incontra qui per la prima volta Ulay (pseudonimo per Frank Uwe Laysiepe) Un performance artist tedesco, che diventerà il suo partner sia sul lavoro che nella vita privata. I due artisti danno inizio a una collaborazione che durerà per tutta la loro vita, con alti e bassi che determineranno il percorso artistico e personale di Marina Abramović.
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Cos’è l’arte per Marina Abramović
La performance art è un’esibizione costituita da un artista che si presenta davanti ad un pubblico e crea qualcosa di unico. è una forma artistica estremamente complessa, una caratteristica fondamentale è quella di essere interdisciplinare:
dentro la performance infatti è possibile trovare danza, poesia, teatro e molto altro, tutte espressioni artistiche diverse tra loro.
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Opere di Marina Abramović
Ecco per Voi la prima opera in collaborazione con il marito Ulay


Imponderabilia di Marina Abramović
Questa performance è stata ideata per analizzare il comportamento umano di fronte alla nudità.
L’evento si svolse nella Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna, nella Settimana Internazionale della Performance, a cura di Renato Barilli: si trattò di una serie di eventi a cui parteciparono alcuni dei migliori esponenti mondiali della performance art.
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I protagonisti sono stati gli stessi artisti e i visitatori dell’evento,
che insieme hanno incentrato le proprie energie per far emergere la complicità degli artisti e il pubblico, mettendo in risalto il contrasto tra i limiti del corpo e della mente.
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I due artisti si erano posizionati, completamente nudi, uno di fronte all’altro, all’ingresso stretto della Galleria.
Il pubblico era costretto a entrare nel museo passando nello spazio limitato fra i corpi dei due artisti. I visitatori non hanno la possibilità di passare guardando dritti ma di traverso, scegliendo verso Marina Abramovic o verso Ulay.
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Rhythm 0
Performance tenutasi a Napoli nel 1974.
L’artista si alzò in piedi al centro di una stanza in cui erano presenti vari oggetti (coltelli, piume, corde, forbici e persino una pistola) e spiegò agli spettatori che per sei ore sarebbe rimasta immobile come un oggetto e ognuno avrebbe potuto fare di quel corpo ciò che desiderava. Impunemente.
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Dopo un paio di ore di titubanza, gli spettatori iniziarono ad accanirsi sull’artista, in modo violento e incontrollato: le tagliarono i vestiti, le tagliuzzarono la pelle con una lametta, fino a puntarle contro la pistola.
A quel punto altri spettatori intervennero e nacque un’accesa discussione che rischiò di sfociare in una rissa.
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La performance, tutto sommato, aveva funzionato. Aveva mostrato il peggio degli esseri umani che, se sicuri dell’impunità rischiano di dare sfogo alle peggiori fantasie sadiche. L’opera della Abramović però si concludeva con una flebile speranza.
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Qualcuno, alla fine, si era opposto a quella violenza senza senso.
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CONCLUSIONE
Quello di Marina Abramovic è stato un lavoro di arte intesa come spettacolarizzazione degli istinti e dei processi psicologici dell’essere umani. Affascinanti se guardati dalla mente o per un analisi scientifica,
ma lontani dalla bellezza dell’ispirazione artsitica che prevede un lavoro che va’ al di là della razionalità.
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