Edvard Munch: Le opere che non puoi non conoscere.
Quando si pensa alla vita e alle opere dell’artista norvegese Edvard Munch inevitabilmente la prima immagine che ci viene in mente è quella de “L’urlo”, sua opera più iconica, nelle sue differenti versioni.


Le opere di Edvard Munch
Tuttavia, sarebbe riduttivo relegare la figura di questo artista ad una sola opera. Per questo, nel presente articolo mi soffermerò su altri tre lavori del pittore che dovrebbero essere analizzate e approfondite in qualsiasi scuola e università.
Munch è famoso per le sue opere angoscianti, che riflettono sull’animo umano. L’urlo stesso risulta un’opera piena di significato, profondamente legata alle emozioni umane, come la paura, l’angoscia, la tristezza.
“La pubertà” di Edvard Munch
La prima opera che ogni amante dell’arte dovrebbe conoscere dell’artista è sicuramente “La pubertà”. L’opera fu realizzata nel 1894-1895 ed è un dipinto che rappresenta una giovane ragazza nel momento della transizione dalla fanciullezza all’età adulta. L’opera, come altre precedenti, si concentra sulle emozioni complesse e sconvolgenti del personaggio rappresentato e che in questo caso sono quelle che accompagnano il passaggio alla pubertà.
La ragazza viene rappresentata seduta su un letto con le mani in grembo, sembra tormentata e insicura. Il suo volto è teso, con uno sguardo colmo di preoccupazione. Per esprimere queste sensazioni Munch si fa aiutare dai colori freddi come il verde e il blu per creare un’atmosfera estremamente oppressiva e angosciante. La composizione, con la figura isolata al centro dell’immagine, enfatizza ulteriormente la solitudine e l’alienazione che spesso accompagnano questa fase della vita.


“La Fanciulla malata” di Edvard Munch
La seconda opera è “La Fanciulla malata”, dipinto fu realizzato nel 1885-1886.
L’opera ritrae una giovane ragazza stesa su un letto, malata e debole. La sua figura fragile è avvolta in un lenzuolo bianco, che simboleggia la purezza ma anche la mortalità. Il volto della ragazza è pallido e segnato dalla sofferenza, e le sue mani incrociate sul petto sembrano suggerire una condizione di incapacità di reazione, e quindi di rassegnazione. Anche in questo caso Munch utilizza i colori strategicamente per rappresentare e sviscerare le emozioni umane: i colori scuri e le tonalità bluastre creano infatti un’atmosfera cupa e malinconica, che ci aiuta a comprendere la situazione e coinvolge l’animo umano.


“La danza della vita” di Edvard Munch
La terza e ultima opera è “La danza della vita”.
La danza della vita è un dipinto ad olio realizzato da Edvard Munch tra il 1899 e il 1900 e rappresenta una scena forte e simbolica. L’opera mostra un gruppo di persone che danzano in un cerchio su uno sfondo verde intenso. Le figure sono dipinte in modo da dar l’illusione di fondersi insieme, creando un senso di movimento e vitalità. Anche in quest’ultimo caso l’opera esprime una gamma di emozioni e concetti complessi. Munch definì il dipinto come la rappresentazione della vita in un ciclo di amore e desiderio, ma che arriva inevitabilmente dolore e morte. La danza è vista come una metafora per la vita stessa, in cui gli individui si abbandonano ai loro impulsi, cercando pienezza e felicità, ma inevitabilmente sperimentando anche tristezza e dolore. L’opera, come le altre prima, si avvale dell’uso del colore (e del movimento) per contribuire alla creazione di un’atmosfera drammatica e intensa.


Per concludere, è inevitabile dire che Munch attraverso le sue opere ci invita riflettere sulla condizione umana; le opere che ho voluto portare all’attenzione di voi lettori rappresentano esempi straordinari del suo talento nel catturare le emozioni umane complesse e universali.