i Cavalli di Maurizio Cattelan
i Cavalli di Maurizio Cattelan: Maurizio Cattelan è l’artista italiano tra i più conosciuti nel panorama contemporaneo.
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Noto soprattutto per le sue opere dissacranti, provocatorie e ironiche. Nato a Padova il 21 Settembre del 1960, attualmente vive e lavora a New York.


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Cattelan frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bologna e inizia la sua carriera a Forlì, per poi spostarsi a Milano.
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Dal 1991, inizia a riscuotere un notevole successo grazie alla sua prima esposizione presso la Galleria d’Arte Moderna di Bologna.
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Premiato dalla critica internazionale, Cattelan riceve anche una Laurea ad Honorem presso la Facoltà di Sociologia dell’Ateneo di Trento.
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Nel corso della sua carriera, Maurizio Cattelan utilizza spesso corpi di animali come oggetti scultorei, similmente al collega britannico Damien Hirst.
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Lo scopo dell’artista è quello di realizzare opere con punti di vista contraddittori ed enigmatici.
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Le provocazioni di Cattelan generano spesso polemiche, ma questo contribuisce a renderlo più popolare in ambito internazionale, e a farlo diventare oggetto di contestazione da parte di critica e pubblico.
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i Cavalli di Maurizio Cattelan : La prima opera con un cavallo, è stata realizzata nel 1997, conosciuta da tutti come il cavallo di Cattelan, in realtà si intitola Novecento, in onore del celebre film di Bernardo Bertolucci.
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Consiste in un cavallo imbalsamato che è stato appeso al soffitto attraverso un’imbragatura: il collo di questo animale trasmette una sensazione di frustrazione, quasi di insicurezza che, come sostiene lo stesso Cattelan è un tema ricorrente delle sue opere.
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Nel 2007 l’artista padovano da vita ad Untitled: un cavallo imbalsamato, conficcato nel muro e privo di testa, mentre nel 2013 crea Kaputt opera composta da 5 cavalli senza testa appesi al muro.
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Per comprendere il senso profondo dell’opera ripropongo le parole del critico d’arte Francesco Bonami:
“I cinque cavalli sono in qualche modo diversi dai singoli cavalli che Cattelan ha presentato in passato. Il cavallo solitario è una sorta di tentativo di fuggire la solitudine, sensazione che l’artista sta combattendo costantemente. Il salto, lo sforzo è delirante eppure eroico. I cinque cavalli trasformano invece l’illusione in panico, fuggono in una fuga precipitosa e lo sforzo individuale è una folla febbrile. Si tratta di un esodo quello a cui stiamo assistendo, non ad una ricerca di libertà. Come i cavalli di Malaparte in Finlandia che scappano dal lago ghiacciato, i cavalli di Cattelan non cercano la libertà, ma la sopravvivenza“.
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Nel 2009, Cattelan realizza Untitled – I.N.R.I. dove l’opera è creata dal corpo di un cavallo abbandonato sul pavimento con un cartello conficcato nell’addome che reca la scritta “I.N.R.I”, acronimo dell’espressione latina “Iesus Nazarenus Rex Iudæorum”, che rimanda alla tradizione dell’iconografia cristiana.
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L’intenzione dell’artista, probabilmente, è quella di volere accostare il sacrificio biblico al sacrificio dell’animale.
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Le opere di Cattelan suscitano al primo impatto un sorriso, ma al tempo stesso disturbano lo spettatore, spingendolo ad una riflessione. I temi celati nelle opere dell’artista sono seri e profondi: la morte, l’amore, il senso della vita, il fallimento.
«L’arte è spesso una causa di malinteso, perché la gente può farne qualsiasi cosa desideri. C’è un malinteso quando si desidera davvero dire qualcosa, e le persone non lo comprendono. Per me il malinteso è molto più forte dell’idea da cui ero partito.»
Maurizio Cattelan
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