Jackson Pollock: Biografia e opere principali dell’artista
Jackson Pollock
Oggi sdoganiamo le regole artistiche parlando di Jackson Pollock.
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Jackson Pollock: Nato il 28 gennaio 1912 a Cody nello stato del Wyoming, è considerato il rappresentante più emblematico della cosiddetta “action painting“, la corrente che rappresenta il contributo americano all’informale e che consiste nel trattare la tela con ampi e violenti movimenti del pennello, attraverso “azioni” appunto dinamiche.
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Jackson Pollock è un personaggio irrequieto, che già nell’età adolescenziale è dedito all’alcool, dipendenza che si porterà avanti tra alti e bassi tutta la vita.
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Nonostante quindi un’adolescenza travagliata, il suo spirito creativo lo porterà nel 1936 a frequentare il Laboratory of Modern Techniques in Art di Siqueiros, dove sperimenta tecniche, strumenti e materiali di pittura non tradizionale.
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Tra scarsi successi e problemi economici, ci sarà una svolta dalla sua partecipazione alla grande mostra dell’”Art of this Century” (1942). Li’ viene apprezzato dal critico Clement Greenberg, che lo seguirà e sosterrà per tutta la sua carriera futura.
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Nel 1943 incontra Peggy Guggenheim con la quale firma un contratto di cinque anni. Grazie a lei nel 1944 presenta la sua prima mostra personale che gli apre le porte della celebrità.
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Sposa la pittrice Lee Krasner nel 1940 e si trasferisce assieme a lei in una fattoria a Long Island, dove conduce una vita modesta.
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Pollock ed i disegni sulla sabbia dei Navajo
Pollock visse con intensità la vicinanza ai Navajo dell’Arizona e da questi apprese il contatto con la natura in un modo completamente diverso.


Il Navajo vive la religione con intensità tanto che le cerimonie ed i rituali si intrecciano alla vita quotidiana in modo quasi inscindibile e lo sciamano costituisce il principale riferimento della comunità.
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Agli sciamani è attribuita la capacità di comunicare come in trance o con una meditazione profonda con altri esseri rendendo possibile l’incontro fra il mondo mistico e quello terreno.
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Così nei rituali diventa essenziale un oggetto di rappresentazione che renda visibile e tangibile ciò che l’uomo diversamente non potrebbe interpretare e, per i Navajo, questo avveniva attraverso i dipinti sulla sabbia.
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Questa forma di espressione, che li distingue anche dalle altre tribù di nativi americani, consiste nell’accarezzare la sabbia facendone delle figure su di essa.
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La sabbia restituisce il gesto con la forza legata al materiale e alla provenienza, dal basso e dalla terra; una risposta che non può avvenire in un piano verticale, perché qui il gesto è praticamente all’interno della tela posta orizzontalmente.
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Al tempo stesso esistono delle strutture molto precise da seguire nelle loro rappresentazioni, per lo più composte di arte figurativa di forme geometriche semplici, e a livello di composizione devono seguire un ordine specifico perché non va dimenticato che i Navajo, con queste cerimonie, perseguono dei fini spesso legati alla guarigione.
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Questa tecnica è ciò che Jackson Pollock riprenderà anni dopo nelle sue tele nel suo laboratorio raccogliendo in esse, oltre ad una straordinaria tecnica, l’abilità di fare, come i Navajo, una vera cerimonia rituale delle sue creazioni.
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Le opere di Jackson Pollock


She Wolf – Jackson Pollock
Ecco a voi uno dei pochi quadri in cui si può trovare un soggetto figurativo nelle opere di Pollock, in questo caso si tratta della Lupa. Un simbolo che è nato dentro l’artista e che ha voluto riportare.
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Già qui si può notare come la simbologia, il segno grafico e l’aspetto simbolico della ritualità Navajo si mostrava nelle sue opere.
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Mural – Jackson Pollock
Ed ecco come si è evoluto il suo espressionismo astratto.
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Anche in questo caso come da lui descritto:
“un fuga precipitosa di animali delle pianure del West America”.
Il dipinto, quindi, si ispira alle manifestazioni artistiche dei nativi americani e ai murales messicani.
Infatti, i segni sono manifestazioni spontanee che suggeriscono movimento distribuito sull’intera superficie.
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Conclusione
Pollock, dopo un periodo di depressione e di alcolismo morirà il giorno 11 agosto 1956, a soli 44 anni, per incidente automobilistico, in stato di ebrezza al volante.
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Oggi vi ho parlato di un lato della ricerca artistica di Jackson Pollock,
meno esplorato, che aveva avuto una grande influenza nella sua ricerca.
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Un uomo che evidentemente aveva un grande spirito energetico, ma nella vita non ha saputo riportare il colore e l’energia che metteva nei suoi quadri.
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