La Pietà di Michelangelo (nasconde un segreto)
La Pietà di Michelangelo : Simbolismo Neoplatonico


La Pietà di Michelangelo
La Pietà di Michelangelo, famosissima opera scultorea, realizzata nel 1498 ed è oggi custodita nell’omonima cappella all’ interno della Basilica di San Pietro a Roma.
Al di là della lettura iconografica, si tratta della narrazione del momento successivo alla Deposizione di Cristo nella quale la Vergine Maria tiene sulle ginocchia il corpo esanime del figlio morto.
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La resa plastica e stilistica conferma le grandi doti dell’artista fiorentino, sottolineando principalmente alcuni aspetti :
primo fra tutti quello Neoplatonico che si evince dai visi giovanissimi dei due protagonisti, idealizzati per accentuare l’essenza divina;
poi quello Plastico, evidenziato dall’unione compositiva naturalistica di Maria e Gesù, inscritti in una sezione piramidale, la cui base è composta dalle pieghe dell’abito della Vergine che,
grazie ad una piccola apertura delle gambe, creano un tenero avvallamento, una specie di culla, nella quale la madre accoglie il figlio per un’ultima volta;
Promozionale, poichési tratta dell’unica opera autografa autenticata di proprio pugno dallo stesso Michelangelo, che fu preso da un attacco d’ira per aver sentito attribuire la sua opera ad un collega lombardo;
e infine Simbolico, per la presenza nella bocca del Cristo di un incisivo centrale in più, chiamato “ Il dente del peccato”,
che ci conferma la sua consapevole assunzione di tutti i peccati del mondo, voluta da Dio e compiuta da Cristo.
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Queste e molte altre curiosità accompagnano quest’opera straordinaria che non smette mai di sorprenderci rispecchiando fedelmente ideali e simbologie tutte del suo tempo.
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Andiamo a scoprirne i segreti.
Il terzo dente della pietà di Michelangelo


Chi si trova ad osservare La Pietà di Michelangelo rimane folgorato dalla bellezza e dall’armonia delle proporzioni, dalla levigatura del marmo, dal lavoro sulle pieghe della veste di Maria, dall’ espressività dei volti,
dal naturalismo con cui Michelangelo scolpisce il corpo di Cristo e quello di Maria,
utilizzando una composizione piramidale nella quale la Vergine si consente, per un’ultima volta, di cullare il figlio morto.
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Ma pochi si sono accorti che in questa profonda perfezione, Michelangelo ha inserito un dente in più nella bocca di Cristo e lo ha fatto per un motivo ben preciso, un motivo legato alla simbologia religiosa.


Il quinto incisivo in posizione centrale infatti era il simbolo del peccato e Michelangelo ne era consapevole e lo inserì anche in alcuni volti dei personaggi rappresentati nel Giudizio Universale nella Cappella Sistina.
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Curiosità sulla Pietà di Michelangelo
Questo “ dente bastardo” da un punto di vista odontoiatrico si chiama “ Mediodens” o “ Hyperdontia” e risulta essere un’anomalia del sorriso, un’imperfezione, per cui gli incisivi sono 5 al posto di 4.
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Nella Storia dell’arte questo “ dente del peccato” era stato inserito in precedenza anche da Botticelli e Salimbeni in alcune loro opere, ma sempre in personaggi negativi, malefici, riferibili al peccato e alla bestialità.


Sarà Michelangelo ad apporre tale “ dente del peccato” addirittura nella bocca del Cristo. Il Significato è ben deducibile dalla volontà dello stesso artista di rappresentare un Cristo idealizzato, talmente perfetto e virtuoso da accogliere e portare su di sé tutti i peccati del mondo.
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La Pietà rispecchia in pieno il periodo Neoplatonico di Michelangelo, è un’ opera che l’artista realizza infatti quando aveva più o meno 25 anni e quando ancora la visione che il Bello,
e dunque la perfezione,
avvicinasse a Dio era la prerogativa delle opere michelangiolesche, oltre la predilezione per la figura umana come soggetto perfetto da ritrarre nella visione antropocentrica ed antropomorfica del Rinascimento.
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Il Cristo e la Vergine: incongruenza delle età


I soggetti risultano fortemente idealizzati e osservando l’opera ciò che si avverte è la Perfezione divina. Cristo ha il volto sereno, malgrado l’atroce tortura della crocifissione, e anche Maria risulta serena,
al punto da sottolineare con il gesto delle mani che si è compiuta la volontà di Dio. Cristo e Maria sono bellissimi e considerato che la Vergine all’epoca della morte del figlio, a soli 33 anni, doveva averne circa 50, ci sorprende vederla invece giovanissima.
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E’ evidente la volontà tutta neoplatonica di rendere i loro corpi belli poiché la bellezza rende incorruttibili e dunque privi di peccato. Ma sarà lo stesso Michelangelo, secondo lo storico Giorgio Vasari,
a dare la risposta sul perché sceglie di scolpire una Vergine così giovane,
in piena dissonanza estetica con l’essere madre di un uomo di 33 anni, tenuto sulle ginocchia da una donna giovanissima.
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La risposta è ispirata dall’ incipit del 23° canto del Paradiso della Divina Commedia in cui Dante spiega che Maria è contemporaneamente
“madre” e “ figlia” di Gesù e pertanto anche lei, in quanto di natura divina, non può invecchiare.
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Altri critici hanno visto in questa restituzione visiva di una mamma giovane la trasposizione di un ricordo di infanzia di Michelangelo,
come se l’artista avesse voluto omaggiare il ricordo della propria madre, morta quando lui aveva soli 4 anni.
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Attentato alla Pietà di Michelangelo


Questa scultura oggi è protetta da un vetro di sicurezza dopo che nel 1972 Laszlo Toth,
un geologo australiano con problemi psichici, saltò sulla balaustra della Cappella urlando “ Io sono Cristo, risorto dai morti”,
e colpendo con una mazza l’opera ne provocò la frattura del braccio sinistro di Maria,
del naso, del velo e della palpebra sinistra, sfregiando la Vergine irrimediabilmente.
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In seguito al restauro l’opera si presenta a noi come la vediamo oggi grazie all’assemblamento di frammenti originali, oltre all’uso di un impasto di colla e polvere di marmo.
L’autografo di Michelangelo


Il primo capolavoro di Michelangelo, la Pietà, è l’ unico a portare la firma del Maestro sulla fascia trasversale che regge il manto di Maria.
Lì Michelangelo scrisse : “Michaelangelus , Bonarrotus, florentinum, faciebat” che significa “Fatto dal fiorentino Michelangelo Buonarroti”.
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La leggenda racconta che un giorno Michelangelo udì due uomini attribuire, dopo averlo elogiato, il suo capolavoro allo scultore lombardo Cristoforo Solari.
Durante una notte allora l’artista decise di entrare di nascosto nella Basilica
e scolpire il suo nome sulla fascia diagonale che regge il Mantello di Maria.
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Così “faciebat” il divino, onde evitare che mai più dovesse, una sua opera, essere attribuita ad un altro e mandarlo ulteriormente su tutte le furie.
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Il suo essere “ Divino “, per tutta la vita, gli consentì di manifestare ad oltranza tutte le spigolosità del suo carattere,
ombroso e difficile, senza particolari conseguenze per la sua persona e per la sua opera artistica.
INCANTESIMO, ESALTAZIONE, RINGRAZIAMENTO A “”CHI”” CI HA MANDATO IN QUESTA EPOCA FORTUNATA TANTI GENI DELL’ARTE, DELLA PITTURA E DI TUTTI GLI ALTRI GENERI CONOSCIUTI DALL’UMANITA’—
LEGGERE IMPARARE ATTRAVERSO LA VOSTRA PRODUZIONE E’ ECCITANTE anzi INEBRIANTE-
IL MIO RINGRAZIAMENTO E’ INFINITO: GRAZIE
ARMIDA MARIANI
SU VK ITALIANO-
13.05.2023